Aldo Giraudo – Le “Vite” di giovani scritte da Don Bosco

La vita di Domenico Savio (1859) e i profili biografici di Michele Magone (1861) e Francesco Besucco (1864) sono tra i documenti pedagogici più significativi di don Bosco, efficaci rappresentazioni narrative delle convinzioni e della pratica formativa del santo, nel primo ventennio di attività nell’Oratorio di Torino. Offrono gli elementi essenziali per comprenderne il messaggio educativo: la religiosità come centro unificante e vitalizzante; la comunanza paterna e fraterna di vita dell’educatore con gli allievi; l’intreccio dinamico di amore, letizia e impegno; l’efficacia del coinvolgimento attivo dei giovani nella comunità. Continue reading “Aldo Giraudo – Le “Vite” di giovani scritte da Don Bosco”

Antonino Colajanni – Giornata di studio sul missionario salesiano Luis Bolla (Yánkuam’): Antonino Colajanni

Antonino Colajanni, antropologo, Professore Ordinario in pensione, di Discipline Antropologi che, presso l’Università di Roma “La Sapienza”, ha riflettuto criticamente sull’apporto singolare offerto da Luis Bolla all’antropologia culturale.

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Aldo Giraudo – Giornata di studio sul missionario salesiano Luis Bolla (Yánkuam’): Aldo Giraudo

Aldo Giraudo, docente di spiritualità salesiana nella Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana, ha fatto una lettura spirituale dell’esperienza di Luis Bolla così come emerge nel testo delle sue memorie missionarie (Mi nombre es Yáankuam’, Lima, 2015) e nel diario di José Arnalot (Lo que los Achuar me han ensegnado, Sucúa, 1978)

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Autori Vari – “Capitolo I: Abitare la vita e la cultura dei giovani di oggi” in “La pastorale giovanile salesiana”

Il primo capitolo ha carattere ispiratore. Oltre a dare alla pastorale una prospettiva positiva della realtà giovanile, la rende aperta a tutte le attese, anche nascoste ed inconsapevoli, dei giovani. Solo abitando il loro mondo se ne possono realmente apprezzare le potenzialità. Continue reading “Autori Vari – “Capitolo I: Abitare la vita e la cultura dei giovani di oggi” in “La pastorale giovanile salesiana””

Grazia Loparco – “L’apporto educativo delle Figlie di Maria Ausiliatrice negli educandati tra ideali e realizzazioni (1878-1922)”in “L’educazione salesiana dal 1880 al 1922. Istanze ed attuazioni in diversi contesti Volume I”

Tra ‘800 e ‘900 molte ragazze crebbero in un collegio. Rispetto agli antichi educandati monastici e alle nuove «case di educazione» laiche, più rare e costose, tra le religiose maturò una democratizzazione dell’utenza insieme a un graduale cambio di impostazione educativa.

La diffusione degli internati fu favorita dalla richiesta crescente di istruzione ed educazione, dalla scarsità delle scuole pubbliche e dalla diffidenza verso la mobilità delle allieve.

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Paolo Albera – “Lettera del Rettor Maggiore” in “Atti del Capitolo superiore della società salesiana”

“La vocazione in genere — cioè l’elezione di un determinato stato di vita — viene da Dio , il quale, come è l’Autore di tutto il creato, così anche ispira ad ogni anima ragionevole quale via essa debba percorrere per conseguire il suo fine. Però in generale Egli non comunica tale sua  ispirazione in modo straordinario, e neppure la palesa con segni tali di certezza da non 
lasciare alcun dubbio sulla scelta. Continue reading “Paolo Albera – “Lettera del Rettor Maggiore” in “Atti del Capitolo superiore della società salesiana””

Guido Gatti – “La società” in “Progetto Educativo Pastorale”

Ogni progetto educativo si propone di favorire lo sviluppo dell’uomo nella sua umanità. Ogni educazione è quindi sempre anche e soprattutto educazione morale. Un aspetto assolutamente decisivo dell’umanità dell’uomo è la sua relazionalità, che fa dell’uomo un essere della cultura e della società. L’uomo gioca nell’attuazione della sua socialità la riuscita o il fallimento della sua autorealizzazione.

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Lorenzo Macario – “L’ambiente, fattore educativo” in “Progetto Educativo Pastorale”

Il giovane fin dal primo istante di vita cresce necessariamente già in una società, sia pure minuscola, una famiglia, almeno di fatto anche se non sempre tale dal punto di vista morale, psicologico, giuridico, pedagogico. Il giovane cresce anche inevitabilmente in un contesto sociale più vasto: la piccola comunità che lo circonda oltre la famiglia, la comunità locale, regionale, statale, supernazionale, la grande famiglia a cui è irrevocabilmente legato.

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Guglielmo Malizia – “Partecipazione” in “Progetto Educativo Pastorale”

«Col termine “partecipazione” […] non si intende il semplice fatto di “far parte della vita sociale”, fatto che da quando esiste il rapporto comunitario ha sempre avuto luogo, ma si vuole qualificare un certo tipo di presenza, in base al quale l’uomo contemporaneo riesce ad avere nella complessa società, dinamica ed evolutiva, in cui è immerso, una posizione tale che gli consenta di essere ed operare non come semplice “ oggetto” , ma quale “soggetto” in qualche misura “corresponsabile” e “condeterminante” di tutte le decisioni sociali che, sempre più direttamente e pesantemente lo coinvolgono» (Mattai, 1976, 884).

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