In questo scritto, Giovanni Bosco elenca alcuni consigli diretti alle fanciulle cristiane, atti a conservarle fedeli nella fede. Conclude con il racconto della fanciulla Dorotea, presa ad esempio per le sue virtù.
In questo scritto, Giovanni Bosco elenca alcuni consigli diretti alle fanciulle cristiane, atti a conservarle fedeli nella fede. Conclude con il racconto della fanciulla Dorotea, presa ad esempio per le sue virtù.
Lo scopo di questa comunicazione era presentare la fisionomia di don Michele Rua come amministratore fedele e prudente. Abbiamo esaminato alcune caratteristiche del suo governo e della sua politica relativa al personale. La prudenza è stata una delle sue grandi virtù. Continue reading “Antonio Ferreira da Silva – “Note su alcuni aspetti amministrativi e di governo del rettorato di don Michele Rua. Rassegna documentaria” in “Don Michele Rua primo successore di Don Bosco. Tratti di personalità, governo e opere (1888-1910)”.”
Don Rua rettor maggiore ha governato per ventidue anni la società di San Francesco di Sales, che comprendeva, fino al 1906, l’istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Continue reading “Francis Desramaut – “Il governo secondo don Rua” in “Don Michele Rua primo successore di Don Bosco. Tratti di personalità, governo e opere (1888-1910)”.”
“Don Michele Rua, fedele discepolo di don Bosco” è espressione che ricorre come un leitmotiv nelle biografie del beato. Di fronte a simili stereotipi, il dovere dello storico è quello di un’indagine rigorosa, che illustri la verità e le approssimazioni del caso. Continue reading “Enrico Dal Covolo – “Don Rua: una “copia” di don Bosco? Per un confronto tra le due Positiones” in “Don Michele Rua primo successore di Don Bosco. Tratti di personalità, governo e opere (1888-1910)”.”
Obiettivo di questa ricerca e mettere a fuoco i tratti di spiritualità che caratterizzano l’identità salesiana in un preciso momento storico, quello della prima guerra mondiale, e in soggetti ben definiti, i salesiani italiani arruolati nell’esercito tra 1915 e 1918. Si intende cioè ricostruire il complesso di valori umani e spirituali che sorresse questi religiosi soldati nel dramma collettivo della prima guerra mondiale, per meglio capire i capisaldi dell’identità salesiana di quegli anni. Continue reading “Leonardo Tullini – “Tratti di spiritualità nelle lettere inviate a don Paolo Albera dai salesiani soldati durante la prima guerra mondiale” in “La Parola e la Storia: uno sguardo Salesiano. Studi in onore del prof. Morand Wirth””
Non istupitevi, cari lettori, se mi chiamo Galantuomo, prima che voi conosciate i miei pregi e le mie virtù; non è superbia; ma unicamente per additarvi sul bel principio che io, se nol sono ancora, desidero ardentemente di diventare galantuomo, e far galantuomini, se potessi, tutti gli uomini del mondo.
Continue reading “Giovanni Bosco – “Introduzione” in “Il Galantuomo. Almanacco nazionale per 1854””
Il testo fa riferimento alla figura di Don Bosco come individuo che ha visioni, fa profezie e compie miracoli, considerati doni carismatici non essenziali per la santità ma voluti da Dio come testimonianza nella Chiesa. Si afferma che il santo è interamente dedicato a Dio, cercando in Lui il principio e il fine di ogni pensiero, affetto e azione. Sebbene tutti i battezzati abbiano ricevuto la grazia divina, pochi cristiani raggiungono il livello spirituale per poter dire “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”. Continue reading “Eugenio Ceria – Don Bosco con Dio”
Il testo delle Costituzioni del 1969 è il risultato della laboriosa fase di rielaborazione che ha portato l’Istituto a una rivisitazione del suo carisma per adeguarlo meglio alle fonti evangeliche e carismatiche e alle mutate situazioni dei tempi, in armonia con gli orientamenti dati dal Concilio Vaticano II
Le Costituzioni del 1969 rimasero ad experimentum fino al 1975.
La pubblicazione del Codice di Diritto Canonico nel 1917 ebbe come conseguenza, per gli Istituti religiosi, la revisione dei loro testi legislativi. Il paziente e accurato lavoro di elaborazione delle Costituzioni dell’Istituto delle FMA fu coordinato da madre Clelia Genghini partendo dal confronto con i manoscritti originali delle Regole. Il testo delle Costituzioni del 1922 recepisce elementi della genuina tradizione salesiana e li integra con le prescrizioni ecclesiali.
Partendo dalla distinzione di Giovanni Bosco, l’articolo analizzerà due filoni di metodologie preventive: uno più repressivo e l’altro più promozionale. Le due metodologie saranno collegate con le rispettive antropologie sottostanti che si rapportano con il principio religioso in modalità diverse.
Il tipo del Besucco è appunto fatto per dimostrare questo assunto o programma: giacché la santità del giovanetto è già costrutta, se anche non giunta all’ultima finitura, nella vita di famiglia e del paese, prima di venire da Don Bosco, dove si trattiene soli cinque mesi, per essere chiamata al compimento del suo amore.
Fin dagli inizi dell’Oratorio stabilito in Valdocco (1846-47), don Bosco propose ai giovani l’esercizio mensile della buona morte come mezzo ascetico mirato a stimolare – attraverso una visione cristiana della morte – un costante atteggiamento di conversione e di superamento dei limiti personali e assicurare, con una confessione e una comunione ben fatte, le condizioni spirituali e psicologiche favorevoli per un fecondo cammino di vita cristiana e di costruzione delle virtù, in docile cooperazione con l’azione della grazia di Dio.
Tutti i Soci conducono vita comune, stretti solamente dal vincolo della carità e dei voti semplici, il che li unisce in guisa da formare un cuor solo ed un ’anima sola per amare e servire Iddio. Queste parole lette nell’art. 7 delle Costituzioni, sgorgarono dal cuore di D.Bosco ardente della più viva carità. Esse mostrano che, mentre la carità è la sostanza della vita cristiana, molto più è l’anima della vita religiosa. Continue reading “Michele Rua – “Le virtù del salesiano” in “Lettere circolari di Don Michele Rua ai salesiani””
In questa lettera, il Rettor Maggiore Paolo Albera si focalizza sul modello del sacerdote salesiano secondo Don Bosco. Il documento sottolinea l’importanza di emulare la figura di Don Bosco, considerandolo un esempio da seguire per i sacerdoti salesiani.
La lettera del Rettor Maggiore, datata 31 marzo 1918, celebra il cinquantenario della consacrazione del santuario di Maria Ausiliatrice a Valdocco.
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