Dopo la vita di s. Lino, s. Cleto e s. Clemente, il racconto della vita dei sommi pontefici prosegue con le figure di s. Anacleto, s. Evaristo e s. Alessandro I.
Dopo la vita di s. Lino, s. Cleto e s. Clemente, il racconto della vita dei sommi pontefici prosegue con le figure di s. Anacleto, s. Evaristo e s. Alessandro I.
Dopo la vita di s. Pietro io intendo di proseguire a raccontare le azioni degli altri sommi Pontefici, che dopo di lui governarono la Chiesa.
S. Pietro è il principe degli Apostoli, primo Papa, Vicario di Gesù Cristo sopra la terra. Egli fu stabilito capo della Chiesa; ma la sua missione era particolarmente diretta alla conversione degli Ebrei. San Paolo poi è quell’Apostolo che fu da Dio in maniera straordina richiamato a portare la Luce del Vangelo ai Gentili.
Le inchieste sulle vocazioni salesiane nel 1981, realizzate in due ispettorie spagnole particolarmente vivaci (Madrid e Bilbao), i cui risultati furono esposti da don Arcadio Cuadrado e don Juliàn Sànchez, fecero intendere che il servizio ai giovani è oggi un motivo d’impegno dominante nelle giovani generazioni salesiane.
Clara Bargi, volontaria italiana, spiegò in un testo molto vivace: 1) che cosa pensano le Volontarie dei Cooperatori, 2) le note che accomunano e quelle che distinguono le due vocazioni di Cooperatori e di Volontarie, 3) le possibilità di collaborazione apostolica tra Cooperatori e Volontarie.
La conferenza di Suor Maria Pia Bianco, ispettrice dell’ispettoria centrale delle FMA, ha trattato della religiosa salesiana nella Chiesa contemporanea.
Il quinto colloquio sulla vita salesiana si è tenuto a Lussemburgo dal 26 al 30 agosto 1973. Per la prima volta vi hanno preso parte non solamente dei Salesiani, ma anche delle Figlie di Maria Ausiliatrice, delle Volontarie di Don Bosco e dei Cooperatori salesiani.
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Vi fu in don Bosco un altro ideale, non disgiunto da quello dell’amore ai giovani, che va messo in luce. Si tratta dell’anelito missionario che, sbocciato nel periodo degli studi seminaristici, venne da lui coltivato fino a trasformarlo in un orientamento di fondo della sua esistenza e delle sue iniziative apostoliche, a porlo tra gli obiettivi precipui delle due Congregazioni da lui ideate, e a trasfonderlo nell’animo dei suoi figli e delle sue figlie spirituali.
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José Arnalot, per due anni compagno di lavoro di Yánkuam’ tra gli Achuar della selva amazonica, ha illustrato la personalità del missionario e il suo stile di vita tra gli Achuar
Antonino Colajanni, antropologo, Professore Ordinario in pensione, di Discipline Antropologi che, presso l’Università di Roma “La Spienza”, ha riflettuto criticamente sull’apportosingolare offerto da Luis Bolla all’antropologia culturale
Aldo Giraudo, docente di spiritualità salesiana nella Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana, ha fatto una lettura spirituale dell’esperienza di Luis Bolla così come emerge nel testo delle sue memorie missionarie (Mi nombre es Yáankuam’, Lima, 2015) e nel diario di José Arnalot (Lo que los Achuar me han ensegnado, Sucúa, 1978)
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