Il presente articolo si sofferma sul concetto di religione secondo la prospettiva di Giuseppe Rovea. Religione intesa come paradigma di insegnamento esteso a tutti, non solo credenti e cattolici, ma anche ai non credenti, atei, indifferenti.
Il presente articolo si sofferma sul concetto di religione secondo la prospettiva di Giuseppe Rovea. Religione intesa come paradigma di insegnamento esteso a tutti, non solo credenti e cattolici, ma anche ai non credenti, atei, indifferenti.
In questo lavoro si parla di come è stata ben accolta la strategia educativa innovativa e le idee pedagogiche di Don Bosco in Germania durante la sua vita, attraverso scritti che ne mettevano in luce l’azione benefica e sociale, e oltre: non solo tra uomini della scuola e dell’educazione e negli ambienti religiosi, ma anche nel mondo specificamente pedagogico.
Nel corso della breve ricerca « speculativa » non si dimenticherà che la riflessione è in funzione dell’azione e che anche il pensiero può e deve diventare elemento essenziale di questa; si vorrebbe essere in qualche modo « filosofi » che non interpretano soltanto il mondo, ma che intendono contribuire a mutarlo, come richiede Marx nell’XI tesi su Feuerbach. Continue reading “Pietro Braido – “Educazione, liberazione, impegno politico” in “Orientamenti Pedagogici””
PROGRAMMA DEL CORSO
In queste pagine non si intende fornire una storia completa dell’Istituto Superiore di Pedagogia, ora Facoltà di Scienze dell’Educazione, ma evidenziare alcune tappe significative del suo percorso iniziale. Si parte dalle intuizioni coraggiose di Don Pietro Ricaldone, passando per il progetto avviato da Don Carlos Leoncio a Torino nel 1941, fino al riconoscimento giuridico nel 1956 e al consolidamento nella sede romana di Via Marsala 42 (1958-1965). Continue reading “Autori Vari – A servizio dell’educazione”
Il seminario «Progettare l’educazione oggi con Don Bosco», svoltosi a Roma-Pisana dal 1° al 7 giugno 1980, ha rappresentato un importante momento di riflessione e aggiornamento per la congregazione salesiana. Organizzato dal Dicastero di pastorale giovanile e dalla Facoltà di scienze dell’educazione, l’evento ha preso avvio con incontri preparatori che hanno identificato la necessità di un approfondimento del sistema preventivo in relazione al progetto educativo-pastorale contemporaneo.
Continue reading “Autori Vari – Progettare l’educazione oggi con Don Bosco”
Il presente lavoro esamina l’evoluzione dei concetti di orientamento, vocazione, progetto di vita, progetto educativo e orientamento vocazionale nel contesto contemporaneo. Originariamente, l’orientamento si concentrava sull’aiuto professionale per guidare l’individuo verso la scelta lavorativa più appropriata e successivamente si è esteso alla guida nelle scelte scolastiche. Recentemente, è emerso come una guida esistenziale fondamentale, rispondendo a domande profonde riguardo all’essere e all’appartenenza.
Questo documento esplora l’attuale situazione della relazione tra i salesiani e la Chiesa, evidenziando la significativa importanza che il senso della Chiesa ha avuto nel pensiero e nella prassi di Don Bosco e continua ad avere nella tradizione salesiana. Il progetto educativo salesiano, infatti, mira a sviluppare e far maturare la coscienza ecclesiale di salesiani e giovani, promuovendo il senso di appartenenza e impegno nella comunità ecclesiale.
La pedagogia di Don Bosco è centrata sulla promozione umana e cristiana dei giovani, mirata alla loro salvezza. Insieme alla ragione e all’amorevolezza, la religione e la maturazione nella fede cristiana erano fondamentali per una vera educazione. In un contesto sociale sfavorevole all’assimilazione dei valori cristiani, Don Bosco focalizzava l’educazione sull’iniziazione alla vita di fede e di grazia. I sacramenti, la preghiera e la devozione alla Madonna erano elementi chiave della sua pedagogia, con particolare enfasi sulla confessione e l’Eucaristia come indispensabili per l’educazione dei giovani. Don Bosco vedeva questi strumenti non solo come doni spirituali ma anche come potenti mezzi educativi.
Questo documento esplora le sfide e le strategie relative all’evangelizzazione e alla catechesi all’interno del contesto educativo salesiano. Data la complessità e l’ampiezza del tema, la discussione è focalizzata su alcuni principi e orientamenti pratici per sostenere gli educatori salesiani.
La pedagogia di Don Bosco mira a una formazione integrale del giovane, finalizzata a creare “buoni cristiani e onesti cittadini”. Pur centrata sull’educazione religiosa, essa integra nella pratica quotidiana le necessità attuali e soggettive dei giovani, connettendosi così alle sfide contemporanee dell’educazione socio-politica. Questa forma di educazione non si limita alla politica sociale in senso stretto, ma comprende anche le dimensioni sociali e politiche della società, mirando a migliorare le condizioni di vita e promuovere la giustizia sociale.
Negli ultimi decenni, le trasformazioni radicali nei costumi e nella cultura sessuale, oltre che nelle metodologie educative, richiedono una rilettura dell’eredità pedagogica di Don Bosco per gli educatori salesiani. In passato, un rigido codice morale sostenuto dal consenso sociale si concentrava sull’interdizione dei comportamenti esterni riprovati, mentre oggi prevale una cultura permissiva che vede la sessualità come un’espressione personale o un bisogno fisiologico da esercitare liberamente. Questa nuova situazione presenta sfide e opportunità per l’educatore salesiano, che deve educare i giovani a una gestione umana e cristiana della sessualità e dell’amore.
Questo documento esplora il concetto di libertà nel contesto educativo, con particolare riferimento alla pedagogia salesiana. La libertà è vista come un principio fondamentale, una condizione essenziale e un metodo centrale dell’educazione. Il testo discute come la pedagogia moderna e i movimenti educativi del XX secolo abbiano elevato la libertà a fondamento e obiettivo dell’educazione, affrontando le antinomie tra autorità e libertà, disciplina e spontaneità. La contestazione giovanile degli anni Sessanta ha rivelato la connessione tra autoritarismo sociale e pratiche educative.
Questo documento discute il cambiamento profondo nelle prospettive educative e pastorali, evidenziando i limiti dei tradizionali processi educativi e pastorali in ambito salesiano. Due principali limitazioni sono individuate: l’individualismo e la settorialità. L’educazione si è concentrata troppo sull’individuo, mentre la socializzazione giovanile era facilitata da istituzioni come la famiglia e la scuola, senza considerarle come luoghi di esperienza collettiva dei valori. La pastorale giovanile ha seguito una prassi simile, con approcci individuali piuttosto che collettivi. Inoltre, l’educazione era spesso settoriale e non integrata con il contesto sociale più ampio.
L’articolo esplora l’importanza della comunicazione interpersonale nell’educazione, sottolineando come la creazione di un’atmosfera positiva sia essenziale per superare le divergenze sociali e promuovere relazioni autentiche.
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