Wim Collin nel suo intervento mostra come nello studio, c’è una differenza notevole e molto importante tra le descrizioni delle vite dei giovani scritte da don Bosco. Savio, Magone e Besucco potrebbero essere considerati come l’ideale realizzato dell’educazione dell’educatore torinese. Don Bosco racconta di come i giovani si trasformano progressivamente diventando “cittadini onesti e buoni cristiani”, capaci di dare spazio alla vita spirituale e di comportarsi come cristiani impegnati per il bene dei compagni e della società.
Nell’intervento di Eliane Anschau Petri, si spiega come a Maria D. Mazzarello, Confondatrice dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, viene riconosciuto un “ministero educativo” di inconfondibile portata storica.
Piera Ruffinatto elabora delle considerazioni in merito il segreto dell’efficacia del metodo preventivo nella formazione dei giovani perché il dialogo personale con gli adulti, l’esperienza di gruppo, il contatto con la vita e la missione della comunità facilitano il confronto tra le persone e il discernimento delle situazioni individuali e comunitarie.
L’intervento di Michal Vojtáš accosta il tema della pedagogia salesiana della scelta e della vocazione su tre livelli. Il punto di partenza è la sintesi di alcuni fondamentali cambiamenti della pedagogia salesiana della vocazione legata alle esigenze e ai cambiamenti nel post-Concilio Vaticano II.