Un’ordinanza ministeriale, datata 11 novembre 1923, addita ai maestri don Bosco come “mirabile modello da imitare”. È il primo passo verso una piena riscoperta e valorizzazione della figura del sacerdote piemontese in chiave educativa.
Un’ordinanza ministeriale, datata 11 novembre 1923, addita ai maestri don Bosco come “mirabile modello da imitare”. È il primo passo verso una piena riscoperta e valorizzazione della figura del sacerdote piemontese in chiave educativa.
Prima di entrare nel vivo dell’argomento, è necessaria una breve spiegazione delle ragioni che mi hanno spinto a indagare la rappresentazione di don Bosco nel mondo scolastico non salesiano, come modello di educatore proposto agli insegnanti. Le ragioni sono principalmente due.
Le riflessioni fatte sembrano offrire elementi concreti non solo per l’analisi di alcune particolari situazioni della inoccupazione-disoccupazione giovanile nell’attuale contesto socio-politico-economico, ma anche per individuare condizioni e spazi possibili per una risposta positiva, anche se non sufficiente, che la proposta formativa ispirata a Don Bosco intende offrire ai giovani che vivono queste esperienze.
Don Giuseppe Bertello (Castagnole Piemonte 20.4.1848, + Torino 20.11.1910) fu eletto consigliere generale professionale il 30 agosto 1898 nell’ottavo Capitolo Generale in prima votazione con 158 voti su 217 votanti.
A cento anni dalla morte del Santo Educatore restiamo meravigliati non solo per la vastità delle realizzazioni avviate per la diffusione che esse hanno avuta in tutti i continenti, ma anche e soprattutto per l’originalità delle intuizioni, che troviamo ancora attuali e feconde.
In questo clima Don Bosco intensifica la sua opera di scrittore. Si accenna ad alcune opere.
Con il nostro articolo vorremmo contribuire alla riscoperta di un elemento originale dell’esperienza professionale di Don Bosco.
Ecco un messaggio certamente utile anche per l’attuale mondo del lavoro.
Tre fattori sono stati decisivi per la formazione dell’immagine di san Giovanni Bosco tra gli sloveni:
1) la stampa, sia quella salesiana sia altra, è stata una fonte di informazioni sugli avvenimenti nel mondo cattolico, tuttavia, i redattori sloveni non si sono limitati a trasmettere o riassumere le notizie, ma le hanno corredate delle loro interpretazioni e comprensioni; Continue reading “Bogdan Kolar – “Il Santo per il nostro tempo. L’immagine di Don Bosco tra gli sloveni fino al 1934” in “Percezione della figura di don Bosco all’esterno dell’Opera Salesiana dal 1879 al 1965””
«Don Bosco educatore, oggi». Il tema non volle suggerire l’idea di un panegirico, ma piuttosto di una «celebrazione» impegnativa per il futuro, all’inizio del II Centenario della Congregazione Salesiana. L’incontro celebrativo si proponeva questi scopi precisi: Continue reading “Gian Carlo Negri,Luigi Calonghi,Pier Giovanni Grasso,Pietro Braido,Pietro Gianola,Vincenzo Sinistrero – “Don Bosco educatore, oggi” in “Atti del Convegno di aggiornamento pedagogico per Sacerdoti Salesiani, 19 settembre – 23 settembre 1960””
In questo scritto viene ripercorsa la storia degli Oratori di Don Bosco, a partire dalle prime forme di aggregazione giovanile fino alla fondazione delle diverse sedi.
Il “sondaggio” compiuto dai relatori intervenuti al convegno ha dato gli esiti previsti.
O encontro deste ano teve como temática a Percepção da imagem de Dom Bosco fora da obra salesiana entre 1879 e 1965.
Don Bosco had the idea of sending missionaries to India after his visits to Pope Pius IX in 1876 and 1877, with the intention of taking up the Vicariate Apostolic of Mangalore. However, the urgent and constant demands for personnel from South America forced him to postpone his plans for India. Years later, in 1883-1884, Mgr. Paul-François-Marie Goethals, Vicar Apostolic of Calcutta, on the recommendation of the Baroness de Monin from Belgium, invited Don Bosco to establish an orphanage in Giridih, southern Bihar, but the lack of personnel prevented Don Bosco from accepting this attractive proposal.
Don Bosco es reconocido en Colombia como santo, sacerdote y taumaturgo pero sobre todo como el gran educador y maestro de la juventud vulnerable y necesitada.
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