L’articolo esamina il ruolo e l’impatto di don Filippo Rinaldi come guida spirituale attraverso testimonianze raccolte nel processo di beatificazione e canonizzazione del terzo successore di san Giovanni Bosco.
L’articolo esamina il ruolo e l’impatto di don Filippo Rinaldi come guida spirituale attraverso testimonianze raccolte nel processo di beatificazione e canonizzazione del terzo successore di san Giovanni Bosco.
The biographical profiles of Louis Comollo (in the 1854 edition), Dominic Savio, Michael Magone and Francis Besucco are among the spiritual and pedagogical documents which are most representative of Don Bosco’s outlook. Continue reading “Giovanni Bosco – “Exemplary biographies” in “Salesian Sources 1. Don Bosco and his work. Collected Works””
This passage delves into the historical and biographical narrative titled “The Sway of a Good Upbringing,” a pivotal document commencing the representation of Don Bosco’s genuine experiences as an educator. Continue reading “Giovanni Bosco – “Educational experiences in the school and family setting (1855)” in “Salesian Sources 1. Don Bosco and his work. Collected works””
The Confidential Reminders, originating from a letter to Fr. Michael Rua in 1863, evolved into a comprehensive guideline for Salesian rectors, directors, and educators. Initially a private letter providing guidance for the new Salesian house in Mirabello Monferrato, it expanded and became the “Confidential Reminders for Rectors of Individual Houses of the Salesian Society” by 1871. Continue reading “Giovanni Bosco – “Guidelines for running salesian houses (1863-1887)” in “Salesian Sources 1. Don Bosco and his work. Collected works””
The article addresses the challenge of updating Don Bosco’s preventive system, centred on the accompaniment of the young, to make it congruent with the present day. It is emphasised that youth accompaniment is the new description of the heart of the preventive system. Continue reading “Carlo Loots – “Being a guide and companion for young people today” in “Journal of salesian studies””
L’accompagnamento spirituale può essere inteso come un servizio d’ascolto e come una relazione d’aiuto che ha lo scopo di orientare ai valori, aiutare l’accompagnato a fare ordine nella propria mente e nella propria esperienza di vita.
Questa pubblicazione segue il volume “Educatori appassionati, esperti e consacrati per i giovani” (2013), raccogliendo 73 documenti di don Juan E. Vecchi, Rettor maggiore della Congregazione salesiana dal 1996 al 2002. Continue reading “Juan Edmundo Vecchi – Salesiani educatori-pastori per progettare insieme in comunità. Raccolta di scritti e interventi”
Il documento in questione si collega all’orientamento operativo del CG22, invitando le ispettorie a esaminare e approfondire l’esperienza associativa salesiana a livello locale e ispettoriale. Si propone di stimolare la crescita spirituale e apostolica, sottolineare elementi qualificanti dell’associazionismo salesiano e affrontare problemi da chiarire. Continue reading “Raffaele Necci,Rosangela Necci – La proposta associativa salesiana, Sintesi di un’esperienza in cammino”
Quando parliamo di accompagnamento o di direzione spirituale, ci ricolleghiamo a un’esperienza che nella storia si è espressa in forme molto ricche, articolate e varie. Nell’ambito cristiano l’esercizio sistematico della “direzione spirituale” è iniziato – come sembra – con la vita anacoretica e cenobitica. I primi monaci, quando non esistevano istituzioni e strutture formative, avviavano alla vita monastica e formavano i neofiti affidandoli all’autorità morale e spirituale di un monaco riuscito, riconosciuto come “padre spirituale”. In questo contesto l’accompagnamento spirituale supponeva un rapporto interpersonale ricco e profondo. Un rapporto di paternità spirituale come partecipazione alla paternità di Dio. Anche se la “direzione spirituale” è nata in ragione della formazione dei monaci, non si è ridotta ad essa. Vi sono stati, fin dal principio, cristiani assetati di Dio che andavano dai monaci a chiedere luce. Soprattutto nel Medioevo, con la fondazione degli Ordini mendicanti e dei Terz’ordini, la direzione spirituale si estese ai laici.
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Per comprendere il motivo dell’enfasi posta da don Bosco sulla religione, come fattore dinamico essenziale di un’efficace e trasformante educazione dei giovani, e per afferrare il segreto degli eccellenti risultati da lui ottenuti in quest’ambito, è innanzitutto necessario considerare la globalità della sua esperienza, collocandola nel contesto socio-culturale in cui egli ha operato.
All’origine dell’autorevole documento Ricordi confidenziali, si trova una lettera scritta a don Michele Rua, chiamato da don Bosco, nell’autunno del 1863, ad assumere l’impegno di dirigere la prima casa salesiana fuori Torino: il collegio o Piccolo seminario di San Carlo a Mirabello Monferrato. Don Bosco intendeva trasmettere nello scritto, inviato al giovane direttore, quegli orientamenti pedagogici e spirituali che, messi già in pratica a Valdocco, avrebbero dovuto caratterizzare pure il lavoro apostolico ed educativo nella nuova fondazione monferrina. Continue reading “Giovanni Bosco – Ricordi confidenziali ai direttori delle case”
Il “ documento che propriamente inaugura la rappresentazione di esperienze vive di Don Bosco educatore è La forza della buona educazione. Vi si trova in scena il direttore dell’Oratorio di San Francesco di Sales come catechista, consigliere e confidente del giovane Pietro”, anche se questi “vi appare nella penombra e senza una netta fisionomia”. Continue reading “Giovanni Bosco – La forza della buona educazione”
Se, nella vicenda spirituale del Savio, l’autore riconosce, insieme ai meriti dell’educazione familiare, “i lavori che la grazia divina aveva già operato in così tenera età”, grazie alla straordinaria recettività del ragazzo, nell’avventura spirituale di Michele Magone egli evidenzia inequivocabilmente l’efficacia del proprio metodo educativo. La trasformazione morale e spirituale dell’adolescente e i suoi rapidi progressi appaiono, di fatto, in gran parte frutto del suo impegno come educatore e guida spirituale, risultato della strategia formativa messa in atto e della fervente comunità giovanile di Valdocco in cui il “generale” di Carmagnola viene inserito.
Nella concezione educativa di don Bosco il principio metodologico di base è il principio dell’amorevolezza: costruire fiducia, confidenza e amicizia attraverso un atteggiamento non facile di farsi prossimo ai giovani rispetto a tutta la loro vita. L’amorevolezza è quella bontà simpatica, quotidiana, affettiva ed effettiva nel desiderare il bene per la persona del giovane. Don Bosco raccomanda che gli educatori “come padri amorosi parlino, servano di guida ad ogni evenienza, diano consigli ed amorevolmente correggano”.
Lettura del brano su don Bosco: “Amorevolezza termine dai molti significati” di Pietro Braido
Continue reading “Sistema Preventivo – Unità 1: Il principio dell’amorevolezza che si traduce in assistenza attiva”Proudly powered by WordPress | Theme: Baskerville 2 by Anders Noren.