This is a study on the beginnings of the Salesians in the Philippines. It covers the years from the creation of the Philippine Salesian Delegation (1951) to the years of the Visitatoria (1958) up to the creation of the Philippine Province (1963).
This is a study on the beginnings of the Salesians in the Philippines. It covers the years from the creation of the Philippine Salesian Delegation (1951) to the years of the Visitatoria (1958) up to the creation of the Philippine Province (1963).
Si propone un’analisi dell’opera “Consigli e proposte agli emigranti italiani alle regioni patagoniche dell’America del Sud” di Domenico Milanesio, scritta nel 1904, nel contesto della realtà migratoria vissuta dall’Italia e dall’Argentina fino alla fine del XIX secolo e principio del XX, relativa alla pastorale migratoria cattolica e salesiana ed alla situazione di sviluppo sociale, economico e politico del territorio della Patagonia recentemente incorporato alla nazione.
Il saggio si propone di analizzare i regolamenti missionari attraverso i quali i salesiani condussero l’evangelizzazione “ad gentes” in Patagonia. Don Domenico Milanesio, uno dei principali protagonisti, decise di trasmettere la sua esperienza di missioni a quanti decidevano di evangelizzare nei territori del sud. Lo fece nel 1912 attraverso un primo regolamento missionario, che mentre offriva le sue conoscenze teoriche, costituiva anche una risposta alla crisi del periodo missionario. Nel regolamento si trovano e si analizzano tanto la normativa in se stessa, quanto la relazione esistente tra la crisi di questo periodo e l’intenzione di fissare per iscritto l’esperienza di missione.
La prima parte della nota si sofferma sull’origine militare del Forte, sulla storia di quello che sarebbe diventato il santuario di Maria Ausiliatrice e sullo sviluppo dell’opera salesiana locale, compresa la fondazione del “Museo Regional y Misionero D. José Luro”, che darà poi origine all’attuale Museo, recentemente voluto e inaugurato dal Rettor Maggiore, don Juan Edmundo Vecchi, figlio della Patagonia e ex allievo della stessa casa di Fortín Mercedes. La seconda parte presenta il Museo stesso nella sua progettazione ideale, nella realtà delle sale espositive e dei materiali in esse conservati, nelle opportunità continuamente offerte ai visitatori.
I salesiani polacchi si incontrarono per la prima volta coi loro connazionali dell’altro emisfero in Argentina, ed uno di loro, don Stanislaw Cynalewski (1866-1932), dedicò tutta la vita all’attività fra gli emigranti. Gli altri dello stesso gruppo solo sporadicamente poterono svolgere il loro servizio pastorale nella lingua della madre patria. Un loro maggiore impegno in questo campo incontrava grandi difficoltà da parte delle autorità della Congregazione, dal momento che allora “essere salesiani” equivaleva sovente ad “essere italiani”.
Don Francesco Bodrato (1823-1880), capo della seconda spedizione missionaria salesiana (1876), si trovò a dover consolidare l’opera salesiana in America, allora ai suoi primi passi.
Il suo Epistolario documenta che non mancava di indicare di volta in volta a Torino i vari passaggi attraverso i quali il progetto delle nuove fondazioni si veniva realizzando.
Le lettere che don Tomatis ci ha lasciato sono state pubblicate in edizione critica e con numerose annotazioni illustrative da J. Borrego. Sono una vivace testimonianza del suo impegno missionario, della vita e spiritualità dei primi missionari e del primo sviluppo dell’opera salesiana in Argentina e Cile. Don Tomatis si dimostra un attento osservatore della realtà che lo circonda, con un grande amore per la missione dei salesiani oltre Oceano.
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L’Epistolario (1874-1903) del missionario salesiano Don Domingo Tomatis è una delle pubblicazioni che l’Istituto Storico Salesiano di Roma ha realizzato, al fine di far conoscere le fonti relative alla Storia delle Missioni Salesiane.
Nel 1905 madre Anna Masera, ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Guaratinguetá, nel sudest del Brasile, inviava a mons. Giulio Tonti, nunzio apostolico in quella nazione, una relazione nella quale riferiva sul bene che facevano le religiose di Maria SS.ma Ausiliatrice, sotto la direzione dei salesiani di don Bosco.
«L’atteggiamento di Don Bosco nei confronti di quei fatti ch’egli stesso chiamò sogni è ancora in buona parte da scandagliare e da scoprire […] E tuttavia che certi sogni appartenessero, nell’estimazione di Don Bosco, alla categoria dei doni speciali di Dio, è fuori dubbio: certe previsioni di morti, certi pronunziamenti sul futuro d’individui, d’istituzioni, di nazioni avevano in lui all’origine talora un sogno che era a suo giudizio diverso dagli altri».
Si avvicinano le Feste Natalizie e Don Ricaldone desidera giunga la sua parola di paterno affetto, di augurio, di benedizione. Gli preme invitare a innalzare lo sguardo al Cielo, perchè da esso scende tra armonie di pace, quel Gesù che a tutti porta amore e salvezza.
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