Nel luglio del 1901 sul «Bollettino salesiano» comparve un articolo dal titolo «Il fondamento dell’educazione salesiana» che si può assumere come emblematico documento degli orientamenti e degli scopi della Società salesiana in campo educativo.
Nel luglio del 1901 sul «Bollettino salesiano» comparve un articolo dal titolo «Il fondamento dell’educazione salesiana» che si può assumere come emblematico documento degli orientamenti e degli scopi della Società salesiana in campo educativo.
La mia ricerca prende le mosse da questa ipotesi di partenza: le informazioni – richieste o spontanee – inviate dalle case particolari e pervenute alla Casa Madre della Congregazione durante il periodo considerato (1880-1922) offrivano – e offrono ancora – elementi non trascurabili per delineare una panoramica complessiva delle opere salesiane professionali nel periodo studiato.
Per conoscere la situazione specifica dell’educazione salesiana nelle case durante il periodo studiato in questo Congresso, si pensava che uno dei mezzi per raggiungere questo obiettivo potesse essere lo studio delle proposte che i fratelli, le case e i capitoli ispettoriali hanno inviato al Capitoli generali (GC) durante questo periodo. A priori, almeno, sembrava logico che tali proposte contenessero elementi interessanti per aiutare a ricomporre una visione reale di ciò che stava accadendo nelle case, incluso nell’istruzione.
I salesiani in Croazia avviarono le attività educative in circostanze politiche e sociali molto difficili. I primi arrivarono nella regione durante la monarchia austroungarica, quando la Croazia come stato indipendente non esisteva ancora. Giunsero a Rovinj nel 1913, prima dello scoppio della Grande guerra e a Rijeka (Fiume) nel 1918 alla fine della prima guerra mondiale. Erano tutti salesiani italiani. A Rovinj e a Rijeka viveva una notevole minoranza nazionale italiana.
L’intento delle presenti annotazioni è quello di esporre concisamente la vita dei salesiani e delle loro opere in terra magiara durante tre epoche difficili del secolo scorso. Si tratta di periodi che corrispondono alle due tragiche guerre mondiali (1914-1918 e 1939-1945) e all’epoca del ferreo regime comunista fino al suo crollo (1945-1989).
La seconda guerra mondiale provocò profondi cambiamenti nella comunità salesiana della Slovenia (allora parte dell’Ispettoria Jugoslava dei SS. Cirillo e Metodio), che ne condizionarono la storia anche nel dopo guerra. Il regno della Jugoslavia si disgregò in più stati e alcune loro parti vennero annesse ai Paesi confinanti. Il fatto di essere stata occupata da truppe tedesche, italiane e ungheresi, fece sì che ogni regime introducesse in Slovenia nuove misure nei confronti delle comunità religiose e in particolare della Chiesa Cattolica, alla quale apparteneva la grande maggioranza dei cittadini.
La presenza delle FMA in Slovenia si iscrive nel contesto della Chiesa e delle congregazioni religiose messe alla prova da eventi bellici e politici nella realizzazione della loro missione. Le comunità religiose in genere all’alba del XX secolo erano inserite attivamente nel contesto sociale del popolo sloveno, contribuendo allo sviluppo economico e culturale della nazione.
Il lavoro della Spagna salesiana durante questo periodo (1881-1922) ha privilegiato il servizio alla classe povera e popolare nell’istruzione elementare.
Nella provincia di Bética, sulle tre opere di istruzione secondaria (Utrera, Córdoba, Ronda-Sdo Corazón) e le tre scuole professionali (Sevilla-Trinidad, Málaga, Cadice), predominano quelle dell’istruzione elementare, installate in ambienti popolari (Écija, Carmona, Siviglia-San Benito de Calatrava, Montilla, Ronda-Sta Teresa, San José del Valle, Alcalá de Guadaíra, Arcos de la Frontera).
Elenco della produzione bibliografica del prof. Pietro Stella, dal 1958 al 2008.
«El “caso don Bosco” – ha escrito recientemente Francesco Traniello -, objeto en el pasado de imágenes muchas veces estereotipadas y paradójicas, se está convirtiendo en un terreno notable de aplicaciones o de verificación de nuevas líneas de investigación». Pero, junto a las impresiones optimistas y estimulantes de Traniello, han aparecido otras a lo largo de este año: más cautas, si no precisamente contrarias. Hay que preguntarse si no es prematuro comprometerse en pronósticos más definitivos. Continue reading “Pietro Stella – “Balance de las formas de conocimiento y de los estudios sobre Don Bosco” in “Don Bosco en la historia. Actas del Primero Congreso Internacional de Estudios sobre San Juan Bosco””
Il testo in esame tratta della creazione del manuale “Pratiche di pietà in uso nelle case salesiane” nel 1916, con l’obiettivo di consolidare e uniformare le pratiche spirituali all’interno della Congregazione Salesiana.
Continue reading “Pietro Stella – “Il manuale «Pratiche di pietà in uso nelle case salesiane» (1916). Momenti della sua genesi” in “La vita di preghiera del religioso salesiano””
Un tempo, tutte le mattine, i salesiani partecipavano alla messa insieme ai loro alunni degli internati ed esternati; negli internati ordinariamente con loro recitavano il rosario durante la celebrazione, si alzavano in piedi con loro al vangelo senza interrompere la catena delle Ave Maria, proseguivano la recita fino a quando il serviente avvertiva scampanellando ch’era il momento della elevazione. Ci si raccoglieva allora in silenzio genuflessi per qualche istante, poi si continuava il rosario fin quasi al Pater noster. Allora generalmente si dava inizio agli Atti prima della comunione… Continue reading “Pietro Stella – “Le pratiche di pietà dei salesiani dalle origini della congregazione alla morte di Don Bosco” in “La vita in preghiera del religioso salesiano””
In Italia, un po’ ovunque, durante la seconda guerra mondiale e la lotta di liberazione le opere salesiane ebbero un ruolo attivo, in sintonia con la missione specifica e in profonda solidarietà con le popolazioni. In alcune regioni, come il Piemonte, le parti contrapposte scelsero i salesiani come mediatori in situazioni critiche. L’articolo documenta le modalità del loro impegno civile, i sentimenti e le motivazioni interiori con cui affrontarono gli eventi e la prospettiva a partire dalla quale fecero le loro scelte. Continue reading “Aldo Giraudo – “L’apporto dei Salesiani nell’Italia lacerata dalla guerra (1940-1945). Le case del Piemonte” in “Salesiani di Don Bosco in Italia: 150 anni di educazione””
«Il “caso don Bosco” – ha scritto di recente Francesco Traniello -, oggetto in precedenza di rappresentazioni molto spesso stereotipe o paradossali, sta diventando un rilevante terreno di applicazione o di verifica di nuove linee di ricerca». Tuttavia è bene evitare pronostici definitivi. Una serie di cautele infatti è suggerita anzitutto dall’esame delle interconnessioni ch’è possibile vedere tra le forme di conoscenza, tuttora prevalenti e radicate, e la produzione scientifica che in particolare i salesiani sono riusciti ad apportare dall’interno delle loro istituzioni. Continue reading “Pietro Stella – “Bilancio delle forme di conoscenza e degli studi su don Bosco” in “Don Bosco nella storia. Atti del 1° congresso internazionale di studi su don Bosco, Roma, 16-20 gennaio 1989””
Mentre si svolgeva il concilio Vaticano, don Bosco si recò a Roma, ottenne il 12 febbraio un’udienza privata da Pio IX e comunicò al pontefice, tra l’altro, un oracolo celeste sui futuri eventi. Così come ci è noto, l’oracolo è preceduto da un breve preambolo. Il veggente (don Bosco non dichiara di essere lui stesso) avverte anzitutto che si tratta di una manifestazione concessa da Dio agli uomini «nella sua infinita misericordia e per la sua gloria». Prosegue informando sulle circostanze della visione. Quindi descrive la difficoltà nel dover rendere in simboli comprensibili le «cose soprannaturali» percepite. Continue reading “Pietro Stella – “Per una storia della stampa apocalittica cattolica nell’Ottocento. Messaggi profetici di don Bosco a Pio IX e all’imperatore d’Austria (1870-1873)” in “Il libro religioso in Italia. Studi e ricerche””
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