Aldo Giraudo – “Il primato del religioso cristiano nella pedagogia di don Bosco. Tra rigidità negli scritti e flessibilità nella prassi” in “Forum salesiano”

Il sistema educativo di don Bosco, di fatto, a partire dagli anni ’50 del Novecento, è stato studiato e descritto non sulla linea delle idee e delle “dottrine” pedagogiche, ma collocandolo nel suo contesto culturale, religioso e sociale, mettendo in relazione idee e fatti, quadri mentali e scelte operative.

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Grazia Loparco – “Gli Ebrei negli istituti religiosi a Roma (1943 – 1944). Dall’arrivo alla partenza” in “Rivista di storia della Chiesa in Italia”

Tra l’autunno 1943 e il 1944 molti istituti religiosi, maschili e femminili, ospitarono singoli o interi nuclei familiari di ebrei scampati al rastrellamento del 16 ottobre. La scarsità di documentazione scritta ha sollecitato un’indifferibile raccolta di informazioni tramite i testimoni superstiti.

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Aldo Giraudo – “Ragioni e prospettive del conservatorismo moderato di Cesare d’Azeglio in un memoriale al re Carlo Felice (1821)” in “Annali di Storia moderna e contemporanea”

I fatti del 1821 rappresentarono, nelle loro riflessioni, la presa di coscienza della necessità di un approccio diverso e più realistico alla situazione politica che, abbandonate aspirazioni velleitarie, favorisse un’azione di consolidamento istituzionale e di graduali riforme e un paziente lavoro di formazione dell’opinione pubblica, sulla linea perseguita da Prospero Balbo.

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Aldo Giraudo – “La riflessione sulla “spiritualità” di Don Bosco e sull’ascetica salesiana nella storia. I contributi più significativi fino al rettorato di don Ricaldone” in “Sviluppo del carisma di Don Bosco fino alla metà del secolo XX. Atti del Congresso Internazionale di Storia Salesiana”

Da qualche anno, sempre più insistentemente, si auspica, accanto all’abbondante produzione storiografica e pedagogica su don Bosco, anche una più attenta riflessione teologica, condotta con strumenti appropriati, tali da mettere in risalto, a partire dall’esperienza del Fondatore, le costanti e i tratti connotativi della spiritualità salesiana.

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Giovanni Gnolfo – “Il Sistema preventivo nell’esercito di Guglielmo Pepe” in “Salesianum”

Questo articolo esplora la possibilità di applicare il Sistema Preventivo, ampiamente adottato nelle scuole, anche nell’ambito militare. Don Bosco, il principale teorico del Sistema Preventivo, affermava che questo metodo è adatto per scuole e istituzioni per minorenni, ma preferiva il Sistema Repressivo per adulti e militari, dove il comando deve essere esercitato con severità e distacco. Questo contrasto solleva domande sulla coerenza delle sue idee, considerando il contesto risorgimentale e pedagogico italiano. Don Bosco, pur avendo una mente pratica e un’approfondita esperienza educativa, non aveva esperienza diretta in ambito militare, il che rendeva difficile per lui proporre riforme in questo campo.

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Eugenio Ceria – “La spiritualità di San Francesco di Sales” in “Salesianum”

Spiritualità è oggi la parola corrente per significare una dottrina di vita spirituale, un ordine cioè di principii sulla perfezione cristiana e un coordinamento di mezzi per acquistarla. Un tempo, invece dell’astratto, si preferiva in generale il concreto “ spirito “. Il primo termine sembrerebbe indicare prevalentemente un sistema, il secondo un metodo; ma nella pratica uno vale l’altro.

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Gerolamo Luzi – “«La vita di Domenico Savio» nell’edizione critica e in uno studio di D. Alberto Caviglia” in “Salesianum”

E ormai largamente conosciuta l ’edizione critica delle « Opere e scritti editi e inediti » di San Giovanni Bosco, cui il compianto D. Caviglia attese negli ultimi anni della sua laboriosa esistenza con amore di figlio e con indagine di dotto e che ora è giunta al suo IV volume, mentre è pronto il materiale di altri volumi successivi.

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Minimus – “Metodo della ragione” in “Salesianum”

Il metodo educativo di Don Bosco, noto come il “Sistema Preventivo,” si fonda su tre pilastri: ragione, religione e amorevolezza. La ragione è centrale nel suo approccio e può essere considerata sotto tre aspetti: come facoltà intellettuale, come abito o virtù, e come atto, identificabile con la coscienza. Don Bosco intende la ragione come scienza, cioè una conoscenza sistematica e ragionata, e sottolinea l’importanza di una cultura viva e pronta, sebbene il suo metodo non si distingua per una cultura superiore, ma per una cultura popolare e catechistica.

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Alberto Caviglia – “L’orientamento professionale nella tradizione e nell’opera di Don Bosco” in “Salesianum”

L’orientare, il dirigere questa esuberante popolazione scolastica nei suoi singoli verso le professioni convenienti all’essere sociale, è, nonché un problema, un bisogno e un dovere sociale, che incombe ai dirigenti della vita nazionale.

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Alberto Caviglia – “La vita di Besucco Francesco scritta da D. Bosco” in “Salesianum”

Messo così nella sua propria luce il piccolo libro, e rimettendo alle postille occasionali le notizie od osservazioni sulla struttura ed economia di esso, mi sembra aperta la via all’esame del contenuto, seguendo appunto le intenzioni dello scrittore.

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Alberto Caviglia – “La «vita di Besucco Francesco» scritta da D. Bosco, e il suo contenuto spirituale” in “Salesianum”

Il tipo del Besucco è appunto fatto per dimostrare questo assunto o programma: giacché la santità del giovanetto è già costrutta, se anche non giunta all’ultima finitura, nella vita di famiglia e del paese, prima di venire da Don Bosco, dove si trattiene soli cinque mesi, per essere chiamata al compimento del suo amore.

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Giuseppe Mattai – “Don Bosco e la questione operaia” in “Salesianum”

Don Bosco incominciò il suo apostolato tra i giovani operai, che venivano a Torino a mettersi alla mercè del primo padrone, ossia tra la categoria dei più sfruttati, che per la loro ignoranza e miseria con estrema facilità cadevano vittime della propaganda settaria, del vizio e della delinquenza.

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Alberto Caviglia – “Don Bosco e i bisogni sociali dell’epoca” in “Salesianum”

L’opera e la figura di Don Bosco sono esaminate sotto una luce che ne esalta la grandezza e la rilevanza nel contesto sociale contemporaneo. Paragonato a una vetta maestosa che può essere apprezzata appieno solo da lontano, Don Bosco rappresenta un esempio di come il tempo confermi e amplifichi l’importanza delle grandi opere. La sua intuizione e il suo spirito d’intrapresa lo portarono a rivolgersi principalmente ai giovani lavoratori e ai figli dei lavoratori, anticipando i tempi e riconoscendo l’importanza del lavoro nella futura evoluzione sociale.

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Aldo Giraudo – “Don Bosco nella storia della religiosità cattolica” in “Pietro Stella: la lezione di uno storico”

Se riandiamo all’inizio del percorso formativo di Pietro Stella, alle sue prime ricerche nell’Ateneo Salesiano di Torino, e tentiamo di individuare gli stimoli, gli interrogativi e le istanze dalle quali è partito nell’individuazione delle proprie aree di interesse e nella costruzione, da autodidatta, degli strumenti intellettuali idonei ai propri obiettivi, troviamo elementi utili per comprendere i motivi di alcuni tratti che, sviluppati nel tempo, caratterizzeranno la sua produzione scientifica e determineranno le modalità (o le sfumature) tipiche dei suoi approcci storiografici, fino a configurare prospettive e ipotesi di ricerca, metodologie e chiavi interpretative originali e, in un certo modo, nuove nella storia della spiritualità e dell’operatività cattolica tra Ottocento e
Novecento. Continue reading “Aldo Giraudo – “Don Bosco nella storia della religiosità cattolica” in “Pietro Stella: la lezione di uno storico””

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