Il presente contributo si propone di mettere a disposizione degli studiosi e specialmente dei membri della Famiglia Salesiana, il testo critico di un documento inedito dovuto alla mano di don Michele Rua, primo successore di don Bosco.
Il presente contributo si propone di mettere a disposizione degli studiosi e specialmente dei membri della Famiglia Salesiana, il testo critico di un documento inedito dovuto alla mano di don Michele Rua, primo successore di don Bosco.
Il manoscritto, del quale viene pubblicata l ’edizione critica, insieme ad alcuni quaderni scolastici e qualche panegirico, è tra i più antichi documenti autografi del Santo che ci sono pervenuti. Certamente è anche il più significativo, in quanto testimonianza personale e spirituale.
Claudio Eugenio Méderlet (1867-1934), nato in Lorena, dal 1928 è stato vescovo di Madras (Chennai) e primo vescovo salesiano in India.
Nella cornice della preparazione del Bicentenario della Nascita (1815-2015), si è messo in risalto l’esigenza di approfondire ancora la conoscenza di don Bosco. Ed è stato pure ribadito che la strada per giungere a prendere un più stretto contatto con la “realtà viva” della sua poliedrica figura e delle sue svariate iniziative e istituzioni non passa soltanto attraverso i suoi numerosi scritti, ma si devono percorrere con attenzione anche le testimonianze dei primi collaboratori.
Nel 1915, in occasione della celebrazione del primo centenario della nascita di don Bosco, furono previste molte iniziative commemorative, non poche delle quali, però, non furono attivate a causa dello scoppio della prima guerra mondiale. Tra esse, viene ricordata la composizione di una commedia, in lingua latina, di cui fu autore un salesiano, eccellente classicista, appartenente alla prima generazione di salesiani, che avevano conosciuto don Bosco sin dagli inizi del suo apostolato.
Edizione critica del quaderno autografo contenente le istruzioni predicate da don Bosco ai Salesiani durante gli esercizi spirituali che si svolsero a Trofarello (Torino) nel settembre 1869 (ASC A2250604). Si tratta di un documento molto significativo.
Nel secondo CG del 1880, presieduto da don Bosco, fu affidato al prefetto generale il compito di “mantenere cogli ispettori una corrispondenza mensuale”, con lo scopo di “essere informato e, a sua volta, informare il Rettor Maggiore dell’andamento delle sue ispettorie”.
Nel secondo CG del 1880, presieduto da don Bosco, fu affidato al prefetto generale il compito di “mantenere cogli ispettori una corrispondenza mensuale”, con lo scopo di “essere informato e, a sua volta, informare il Rettor Maggiore dell’andamento delle sue ispettorie”.
Si mettono qui a disposizione dei lettori sei interessanti lettere di don Luigi Lasagna al dr Luís Pedro Lénguas (1862-1932), ex allievo salesiano del collegio di Villa Colón in Uruguai, diventato successivamente medico, giornalista, promotore di opere sociali, grande amico dei salesiani.
Vengono pubblicate, in attesa di essere inserite in appendice all’ultimo volume dell’edizione critica dell’epistolario di don Bosco, quattordici lettere inedite dell’educatore piemontese, che non erano ancora state recuperate al momento della pubblicazione dei singoli volumi finora editi.
Sembra utile offrire agli studiosi di storia dell’Italia unita i dati relativi ai Salesiani all’estero e alle loro opere.
Allo stato attuale delle ricerche, lo possiamo però fare entro due precisi limiti.
Dopo un’attenta analisi del perché di bombardamenti aerei sulle città e del quadro teorico che presiedette ai bombardamenti strategici effettuati sulle città italiane nel biennio nel 1943-1945 – una volta passata l’Italia dallo stato di cobelligeranza al fianco della Germania a quello di cobelligeranza a fianco degli Alleati Occidentali – l’autore presenta le incursioni aeree del 25 settembre 1943, del 29 gennaio e 24-25 agosto 1944, con tutti i terribili danni che subì il patrimonio edilizio dell’Opera salesiana della città, costituita dalla casa salesiana (con scuole e oratorio) e dalla chiesa-santuario del S. Cuore di Gesù.
A cavallo dell’Ottocento e Novecento avvennero le prime fondazioni salesiane nei paesi di lingua tedesca. Ivi si verificò un rapido propagarsi dell’opera di don Bosco tra le due guerre mondiali.
Nell’immensa letteratura sul terremoto che colpì la città di San Francisco in California (USA) dal 18 al 20 aprile 1906, non sono ancora state rese note nella loro interezza le dirette testimonianze dei salesiani che colà si trovavano addetti alle Chiese etniche dei SS. Pietro e Paolo, del Corpus Christi (e di San Giuseppe nella vicina città di Oakland).
In occasione del 50° anniversario dell’arrivo dei primi salesiani a Muyurina, nell’oriente boliviano, pubblichiamo la testimonianza di uno dei protagonisti, don Dante Invernizzi (1916-2001), così come raccolta personalmente da Sergio Todeschini nell’agosto 1997 e rivista dal narratore.
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