Giovanni Bosco – Buone notti ai giovani di Valdocco

Fra le pratiche più originali attuate nella prassi educativa di Valdocco, e conservate nella successiva tradizione salesiana, sono da mettere in risalto le “Buone notti”: brevi “parlate” o “discorsetti” tenuti dopo le preghiere della sera. Don Bosco si rivolge agli alunni in presenza dei loro educatori (superiori della casa, maestri, assistenti), familiarmente, con linguaggio semplice e attraente. Continue reading “Giovanni Bosco – Buone notti ai giovani di Valdocco”

Giovanni Bosco – Letture educative e diffusione dei buoni libri

Don Bosco – ricorda don Michele Rua in una breve cronaca del 1867 – “addolorato alla vista dell’immenso male che si va facendo specialmente fra la gioventù studiosa per mezzo della lettura dei cattivi libri, formò il progetto di fare un’associazione di buoni libri moderni e classici”. Il progetto divenne realtà, l’anno seguente, con l’inizio della pubblicazione “Biblioteca della Gioventù Italiana” o “Biblioteca dei Classici Italiani”. L’ iniziativa si inseriva nell’ambito di realizzazioni consolidate precedentemente e di quelle, più numerose, che dovevano attuarsi dopo. In realtà, “Don Bosco non si diede tregua come scrittore, editore e propagandista, perché personalmente era persuaso che il predicare la buona novella per mezzo della stampa era un servizio che doveva rendere inderogabilmente alla Religione, una esplicazione necessaria della sua vocazione di educatore della gioventù e del popolo”. Continue reading “Giovanni Bosco – Letture educative e diffusione dei buoni libri”

Giovanni Bosco – La forza della buona educazione

Il “ documento che propriamente inaugura la rappresentazione di esperienze vive di Don Bosco educatore è La forza della buona educazione. Vi si trova in scena il direttore dell’Oratorio di San Francesco di Sales come catechista, consigliere e confidente del giovane Pietro”, anche se questi “vi appare nella penombra e senza una netta fisionomia”. Continue reading “Giovanni Bosco – La forza della buona educazione”

Giovanni Bosco – Lettere di don Bosco all’arcivescovo di Torino monsignor Lorenzo Gastaldi

Il teologo, canonico, Lorenzo Gastaldi sul finire degli anni quaranta apprezzava e sosteneva l’opera degli oratori di don Bosco, la elogiava sulla stampa, lasciava che la mamma e la sorella accudissero i ragazzi dell’Oratorio di Valdocco e partendo come rosminiano per l’Inghilterra nel 1853 faceva testamento in favore di don Bosco. Di ritorno in Italia, continuò la stima verso don Bosco e la sua amicizia si intensificò con la collaborazione alla pubblicazione delle Letture cattoliche, con la predicazione ai ragazzi di Valdocco e ai salesiani, con l’insegnamento teologico a questi ultimi, con generose offerte per la chiesa di Maria Ausiliatrice.

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Giovanni Bosco – Lettere di don Bosco: Ricorsi alla beneficienza privata

I contributi economici chiesti da don Bosco e ottenuti dalle pubbliche autorità ed istituzioni non erano certamente in grado di far fronte alle ingenti spese dell’Opera salesiana. Era necessario ricorrere alla beneficenza privata. Logicamente don Bosco si rivolse con le sue lettere in particolar modo alle famiglie e ai singoli individui che godessero di possibilità economiche, vale a dire appartenenti al ceto nobiliare, per lo più grandi proprietari, e all’alta e media borghesia dell’epoca, notoriamente disponibili nei confronti di elargizioni benefiche. Una parte, seppure modesta del loro risparmio privato, poteva in effetti trovare sbocco in opere educative ed assistenziali come quelle di don Bosco.

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Giovanni Bosco – Lettere di don Bosco. Ricorsi alla beneficenza pubblica.

Per le risorse finanziarie necessarie a sopperire ai costi sempre crescenti delle sue opere, don Bosco fece appello alla benevolenza delle istituzioni: la famiglia reale, le autorità di governo, gli amministratori pubblici (comunali, provinciali, statali…), le Opere benefiche esistenti sul territorio, la Banca Nazionale, le parrocchie, le diocesi, la Santa Sede stessa nelle persone dei suoi massimi esponenti, papa compreso. Per ogni richiesta di aiuto dava quelle ampie e precise ragioni benefiche e sociali, che a suo giudizio avrebbero dovuto far aprire i “cordoni della borsa” a chi ne possedeva una ben fornita e concedere quanto domandato alle autorità in termini di esenzioni, permessi, autorizzazioni, ecc.

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Giovanni Bosco – Piano di Regolamento per l’Oratorio maschile di san Francesco di Sales in Torino nella regione Valdocco, Cenno Storico

Don Bosco su consiglio del suo direttore spirituale, san Giuseppe Cafasso dell’autunno 1844 all’estate 1846 risiede presso il Rifugio Barolo in qualità di cappellano dell’Ospedaletto di santa Filomena, inaugurato nell’agosto 1845. Nella stessa sede e successivamente in sedi provvisorie, non lontane da Valdocco, svolse il suo primo ministero pastorale in favore dei ragazzi, per lo più immigrati privi di riferimenti parrocchiali. Lungo gli anni quando l’Oratorio ha trovato un posto fisso si arricchiva di nuove attività.

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Giovanni Bosco – Cenni storici intorno all’Oratorio di San Francesco di Sales

Don Bosco su consiglio del suo direttore spirituale, san Giuseppe Cafasso dell’autunno 1844 all’estate 1846 risiede presso il Rifugio Barolo in qualità di cappellano dell’Ospedaletto di santa Filomena, inaugurato nell’agosto 1845. Nella stessa sede e successivamente in sedi provvisorie, non lontane da Valdocco, svolse il suo primo ministero pastorale in favore dei ragazzi, per lo più immigrati privi di riferimenti parrocchiali. Lungo gli anni quando l’Oratorio ha trovato un posto fisso si arricchiva di nuove attività.

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Wim Collin – Spiritualità del dono nel venerabile Andrea Beltrami

All’interno della giornata di studio “Dono di sé: approccio teologico, spirituale e pedagogico”, Wim Collin esplicita il vissuto spirituale del venerabile Andrea Beltrami nella logica del dono.

La giornata di studio è stata organizzata nella collaborazione del Centro Studi Don Bosco e del Centro Studi sulle Figlie di Maria Ausiliatrice e si è svolta il 21 marzo 2019 all’Università Pontificia Salesiana.

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