Negli anni 1923-24 c’è stato il tentativo di realizzare la fusione o la federazione tra l’Ospizio salesiano del S. Cuore al Castro Pretorio e l’Orfanotrofio comunale di S. Maria degli Angeli alle Terme di Diocleziano.
Negli anni 1923-24 c’è stato il tentativo di realizzare la fusione o la federazione tra l’Ospizio salesiano del S. Cuore al Castro Pretorio e l’Orfanotrofio comunale di S. Maria degli Angeli alle Terme di Diocleziano.
Viene documentata la storia dell’opera salesiana di Civitavecchia dalla fondazione (1928) fino al secondo dopoguerra (1948). La ricerca è basata sulle fonti trovate negli archivi ecclesiastici di Civitavecchia e di Roma e sulla Cronaca della casa di Civitavecchia, quando è stata redatta.
Il contributo presenta due gravi problemi che don Bosco dovette affrontare nel corso del biennio 1880-1881.
L’intento dell’Autore è di inserirsi nel tema dell’economia all’interno della storiografia salesiana analizzando le modalità con le quali veniva gestita l’opera del S. Cuore al Castro Pretorio di Roma, usufruendo di una fonte discretamente esauriente e affidabile, quale è la visita straordinaria del 1908 voluta da don Rua e dal Capitolo Superiore.
La procura generale dei Salesiani, durante il periodo del rettorato di don Rua, e particolarmente dopo il 1905, anno dell’insediamento a san Giovanni della Pigna a Roma, diventa sempre più un centro di raccordo primario con il vertice della Congregazione salesiana e con la Segreteria di Stato vaticana e le congregazioni vaticane, ma anche, aspetto per nulla trascurabile, con lo
stesso Stato italiano.
La storiografia anche recente si è scarsamente interessata ai registri scolastici come fonte storica. Ancor meno a quei registri che documentano l’attività scolastica e professionale di quei giovani che si dedicano all’apprendimento di una professione, le cosiddette scuole di arti e mestieri.
La lettera del Rettor Maggiore del 1° aprile 1959 si concentra sulla presentazione del Tempio di San Giovanni Bosco a Roma e sulla sua importanza per la comunità salesiana. Continue reading “Renato Ziggiotti – “Lettera del Rettor Maggiore” in “Atti del Capitolo superiore della società salesiana””
Don Pietro Ricaldone Il primo capitolo di «Formazione Salesiana » contiene l’Introduzione alla vita religiosa e la trattazione del Voto di Povertà; nel secondo sono svolti i Voti di Castità e di Ubbidienza; il terzo contiene il commento alla strenna della Speranza e il quarto quello della Carità. Presto, a Dio piacendo, verrà il quinto, sulle Virtù in genere e sulla Fede. Nella prefazione del primo volume è spiegato lo scopo della collana e la sua estensione.
Nell’estratto, il Rettor Maggiore offre un resoconto delle sue visite alle varie Ispettorie, evidenziando l’importanza del lavoro missionario e dell’educazione dei giovani, specialmente in Brasile. Continue reading “Renato Ziggiotti – “Lettera del Rettor Maggiore” in “Atti del Capitolo superiore della società salesiana””
Nel documento, il Rettor Maggiore annuncia con gioia l’elevazione alla dignità episcopale di tre membri della comunità salesiana da parte del Santo Padre.
Il Rettor Maggiore esprime profonda commozione per il trasferimento della Direzione Generale da Torino a Roma, segnando la fine di un periodo significativo nella storia della Congregazione salesiana. Torino è stata il luogo delle prime iniziative di Don Bosco e il centro della crescita della Congregazione. Continue reading “Luigi Ricceri – “Le missioni, strada al rinnovamento” in “Atti del Capitolo Superiore””
Viene pubblicata una memoria di don Francesco Làconi circa la lunga e pericolossima operazione – nota finora soltanto in estrema sintesi e con notevoli imprecisioni – della protezione concessa, grazie all’intervento diretto del Rettor Maggiore don Pietro Ricaldone, da varie case salesiane del Piemonte (e successivamente di Roma e di Buenos Aires) al famoso quadrumviro fascista Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon, condannato a morte dai “repubblichini” di Salò e ricercato sia dai tedeschi che dai partigiani.
Nell’ambito degli studi sui Cattolici e la Resistenza, l’«esigenza di disporre di dati quantitativi e accertati e di una documentazione coeva e convalidata dagli opportuni riscontri, al fine di superare un’attività di studio molto spesso in larga parte ancora basata sulla memorialistica e sulla letteratura successiva», è stata recentemente sottolineata nel corso di un convegno nazionale organizzato dall’Istituto Sturzo; convegno nazionale che concludeva cinque convegni interregionali di studio, nei quali si era anche affermato che all’interno del mondo ecclesiastico era «stato fin troppo trascurato dagli storici il ruolo ricoperto dagli ordini e dagli istituti religiosi».
La tematica in oggetto è stata già presa in considerazione all’inizio degli anni settanta e solo recentemente è ricomparsa in varie pubblicazioni.
«A Dio profondamente grata / della sua conversione alla fede romana / per tema che il popolo di Roma / dall’ignoranza e dalla licenza traviato / perdesse la fede / a scopo d’istruzione e di sollazzo / Francesca C. Clemson anglosassone / quest’aula innalzò / MCMVIII». L’epigrafe non è più visibile al pubblico, ma indicava quella che oggi è la sala cinematografica Greenwich a Roma-Testaccio, della cui ideazione, progettazione e costruzione l’autrice ricostruisce la storia.
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