Nella concezione educativa di Don Bosco il principio metodologico di base è stato il principio dell’amorevolezza: costruire fiducia, confidenza e amicizia attraverso un atteggiamento non facile di farsi prossimo ai giovani rispetto a tutta la loro vita. L’amorevolezza è quella bontà simpatica, quotidiana, affettiva ed effettiva nel desiderare il bene per la persona del giovane. Don Bosco raccomanda che gli educatori “come padri amorosi parlino, servano di guida ad ogni evenienza, diano consigli ed amorevolmente correggano”.
L’activité de saint Jean Bosco (1815-1888), fut assurément multiple. Mais elle se concentra en majeure partie sur l’éducation de la jeunesse. Il a formé, en 47 années passées à son service, plusieurs générations d’adolescents et, de surcroît, des centaines de futurs maîtres qui se sont réclamés de ses conseils et de ses exemples. Pour connaître sa méthode pédagogique, c’est sur sa vie qu’il convient d’abord de se pencher. Mais ses écrits sont aussi, pour leur part, très révélateurs. Continue reading “Giovanni Bosco – Saint Jean Bosco, Textes pédagogiques”→
Come mostrato nello studio, c’è una differenza notevole e molto importante tra le descrizioni delle vite dei giovani scritte da don Bosco. Savio, Magone e Besucco potrebbero essere considerati come l’ideale realizzato dell’educazione dell’educatore torinese. Don Bosco racconta di come i giovani si trasformano progressivamente diventando “cittadini onesti e buoni cristiani”, capaci di dare spazio alla vita spirituale e di comportarsi come cristiani impegnati per il bene dei compagni e della società.
L’attenzione ad attualizzare continuamente il sistema preventivo mettendolo in dialogo con i mutamenti socioculturali e con le esigenze educative dei giovani dei diversi contesti è un compito prioritario per l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA).
Nel presente studio si evidenziano gli aspetti metodologici dello stile educativo di Maria Domenica Mazzarello a partire dalle fonti a disposizione: l’epistolario della santa opportunamente integrato con la documentazione raccolta nella Cronistoria e gli Atti del processo di beatificazione, materiale poi confluito nella biografia che di lei scrisse Ferdinando Maccono.
Il governo di madre Linda Lucotti fu attraversato dalla II guerra mondiale che mise a dura prova la coesione dell’Istituto e della sua capacità di aprirsi all’opera di lenta ricostruzione.
La chiesa esce dalla guerra con rinnovato prestigio per aver mantenuto sufficiente distacco di vari regimi, per aver indicato le vie della ricostruzione e testimoniato, nelle sue migliaia di vittime, la fedeltà alla propria missione.
L’azione educativa e pastorale, come ogni azione umana, è diretta a uno o più fini. Studiare i fini dell’educazione e della pastorale è compito della riflessione teoretica, sia filosofica che teologica.
Il noto studioso della pedagogia salesiana esplora la ricchezza semantica, teologica e pedagogica dell’amorevolezza, realtà pluridimensionale che nel metodo educativo di don Bosco si integra con i valori della ragione e della religione. Dopo aver presentato il significato lessicale del termine, 1‘Autore analizza alcuni testi fondanti di don Bosco mettendoli a confronto con l’esperienza di vita e del mondo affettivo del Santo educatore. Da ultimo la complessa realtà dell’amorevolezza viene approfondita alla luce della teologia tomista e della spiritualità di S. Francesco di Sales, “dottore della carità”. Continue reading “Pietro Braido – I molti volti dell’«amorevolezza»”→
L ’articolo presenta i risultati più significativi della ricerca promossa dall’istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice negli anni 2000-2002 con l’obiettivo di tracciare una mappa aggiornata sia della situazione migratoria delle “zone” in cui le comunità risiedono sia delle Opere per gli immigrati. Realizzata attraverso la somministrazione di due questionari a cui hanno risposto rispettivamente 158 comunità (per l ’analisi delle “zone”) e 155 comunità (per l’analisi delle Opere delle FMA a favore degli immigrati), la ricerca si inserisce all’interno delle iniziative dell’istituto «Percorso verso un progetto di futuro ”Per una casa comune”». Continue reading “Maria Teresa Spiga,Marie Gannon – Le Figlie di Maria Ausiliatrice a confronto con il mondo delle migrazioni. Ricerca sociologica”→
Composto a più riprese tra 1873 e 1875, per esplicita volontà di don Bosco il manoscritto delle Memorie dell’Oratorio rimase inedito. Ad esso, tuttavia attinsero abbondantemente sia don Giovanni Bonetti, per la sua Storia dell’Oratorio di S. Francesco di Sales, pubblicata a puntate sul Bollettino Salesiano tra 1879 e 1886, sia, soprattutto, don Giovanni Battista Lemoyne, che lo riversò integralmente nei primi volumi delle Memorie biografiche, integrandolo con una quantità di notizie e di aneddoti tratti da altre testimonianze. La prima edizione integrale delle Memorie apparve nel 1946. La decisione di rendere di pubblico dominio il documento nella sua interezza era motivata dalla dimensione universale assunta dalla figura del santo, come scrisse Eugenio Ceria nella presentazione: “Oggi don Bosco è passato alla storia, ed è pure entrato nel novero dei santi”. Continue reading “Giovanni Bosco – Memorie dell’Oratorio di S. Francesco di Sales dal 1815 al 1855”→
Edizione critica dei “Ricordi” scritti da don Bosco per don Michele Rua, nominato direttore del Piccolo Seminario S. Carlo di Mirabello, prima casa salesiana aperta fuori di Torino. Questi ricordi vennero in seguito ripresi da don Bosco e consegnati ad ogni direttore di nuove case salesiane. Sono una piccola sintesi di pedagogia e spiritualità salesiana.
Se, nella vicenda spirituale del Savio, l’autore riconosce, insieme ai meriti dell’educazione familiare, “i lavori che la grazia divina aveva già operato in così tenera età”, grazie alla straordinaria recettività del ragazzo, nell’avventura spirituale di Michele Magone egli evidenzia inequivocabilmente l’efficacia del proprio metodo educativo. La trasformazione morale e spirituale dell’adolescente e i suoi rapidi progressi appaiono, di fatto, in gran parte frutto del suo impegno come educatore e guida spirituale, risultato della strategia formativa messa in atto e della fervente comunità giovanile di Valdocco in cui il “generale” di Carmagnola viene inserito.
L’autore confronta gli insegnamento di S. Anselmo di Aosta sull’educazione dei ragazzi e dei giovani oblati nei monasteri benedettini con i principi del Sistema Preventivo. Mette in risalto le molte sintonie (paternità, pazienza, adattamento, moderazione nelle correzioni e nei castighi, amorevolezza, conquista del cuore) e alcune differenze.
Il Centro Studi Don Bosco e il Centro Studi sulle Figlie di Maria Ausiliatrice hanno organizzato una giornata di studio sul tema «Dono di sé, approccio teologico, spirituale e pedagogico». L’evento si è svolto presso l’Università Pontificia Salesiana il 21 marzo 2019. I relatori hanno riflettuto su diverse dimensioni del “donarsi” all’interno della spiritualità salesiana. Dopo i saluti di suor Grazia Loparco e don Michal Vojtáš, nella prima relaizone don Aldo Giraudo ha presentato il tema «Darsi a Dio per tempo» come atteggiamento di fondo della spiritualità salesiana; don Wim Collin e suor Francesca Venturelli hanno sviluppato la dimensione sacrificale del donarsi nel vissuto del venerabile Andrea Beltrami (sdb) e della beata Eusebia Palomino (fma). Don Rossano Sala ha illustrato alla luce del Sinodo il tema del donarsi come il paradigma di fondo della pastorale giovanile. Dopo gli interventi si è svolto un dibattito tra i presenti con i relatori. La giornata era moderata da suor Eliane Petri.
Le registrazioni audio dei singoli interventi sono accessibili qui.