L’articolo studia l’evoluzione delle concezioni di Pietro Braido sul Sistema Preventivo di don Giovanni Bosco. In particolare si analizzano le tre edizioni del “manuale”, abbracciando un arco di tempo di quasi metà secolo (1955-1999).
L’articolo studia l’evoluzione delle concezioni di Pietro Braido sul Sistema Preventivo di don Giovanni Bosco. In particolare si analizzano le tre edizioni del “manuale”, abbracciando un arco di tempo di quasi metà secolo (1955-1999).
Giovanni Bosco racconta gli inizi del suo impegno educativo a Torino, nel dicembre del 1841, come un incontro reale con un ragazzo reale – Bartolomeo Garelli. Un inizio fatto di comprensione e dialogo, comprensione della persona e una semplice proposta di catechismo e gioco durante i giorni festivi.
L’opera educativa di don Bosco si sviluppa in un contesto caratterizzato dall’inquietudine preventiva, che ha attraversato la vita politica, sociale, familiare ed ecclesiastica di molti paesi d’Europa.
Il tema della “laicità” in Europa è oggi al centro di un dibattito complesso che coinvolge molteplici fattori sociali e culturali, alimentando la percezione di una crisi morale e spirituale. Tra i principali elementi di tensione si trovano: l’adozione di legislazioni contrarie ai valori cristiani, la secolarizzazione come ideologia dominante, il rifiuto del ruolo pubblico della religione, il multiculturalismo crescente, la difficoltà di gestione dei rapporti tra Stato e Chiesa, l’esclusione delle radici cristiane dall’identità europea, e l’aggressività del radicalismo islamico.
Partendo dalla distinzione di Giovanni Bosco, l’articolo analizzerà due filoni di metodologie preventive: uno più repressivo e l’altro più promozionale. Le due metodologie saranno collegate con le rispettive antropologie sottostanti che si rapportano con il principio religioso in modalità diverse.
Gli Atti del CG XX offrono un ricco materiale per la riflessione personale e il ripensamento comunitario durante gli anni che seguiranno.
Il P. Schoch ha analizzato l’insuccesso dei religiosi impegnati, talvolta da molto tempo, nella educazione salesiana, e che, in questi ultimi anni, hanno visto crollare in qualche modo la loro ragione d’essere sociale.
Questo estratto offre una panoramica sulla complessa riflessione all’interno della congregazione salesiana riguardo all’identità e al ruolo dei salesiani nella Chiesa cattolica.
Abbiamo voluto raccogliere e classificare alcune concezioni della funzione salesiana nella Chiesa, tali quali furono vissute o trasmesse da quasi centodieci anni.
La conferenza di P. Feliciano Ugalde apre una serie di quattro testi storici. Si trattava per questo autore di stimolare la riflessione dei salesiani presentando l’esperienza di società religiose vicine. Le cellule della Chiesa sono abbastanza informate del lavoro delle loro sorelle? Parecchi dubitano che ciascuna di esse sappia valorizzare convenientemente i tesori di intelligenza diffusi un po’ dappertutto, in funzione del rinnovamento religioso contemporaneo.
P. Otto Wansch, filosofo di professione, era stato invitato a chiarire certe parole-chiave dei dibattiti attuali sulla missione: funzione, istituzione, spirito, come pure le realtà sottese da esse. Ha adempiuto il suo compito con un bel vigore astratto. Esso forse dispiacerà a qualche spirito diffidente riguardo a ciò che sa di logomachia. Essi potranno passare subito ad esposizioni di lettura meno ardua.
L’estratto fornisce un’occhiata a un importante colloquio tenuto a Lione nel 1968 e poi a Benediktbeuern, in Germania, nel 1969, incentrato sulla missione salesiana nella Chiesa cattolica.
L’intervento di Michele Pellerey esplora il ruolo della ragione nel processo educativo ispirato da don Bosco, integrandolo con la religione e l’amorevolezza, e affrontando le sfide del laicismo contemporaneo. Nella prima parte, Pellerey analizza le radici storiche del laicismo, evidenziando l’influenza della razionalità logico-analitica emersa nel XVII secolo con Galileo e Cartesio, e sviluppatasi durante l’Illuminismo.
La gioventù nella Repubblica Ceca è lontana dalla religione cristiana e dall’appartenenza ecclesiale, ma è parzialmente aperta ai valori spirituali, anche nella forma cristiana.
Ci domandiamo: Possiamo anche noi educare alla santita’ canonizzata, in questi nostri tempi di laicità sana, e anche di un laicismo belligerante? Sono spagnolo e posso dire che la mia visione del problema si rifa’ ai problemi che oggi vive il mio paese.
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