Giovanni Bosco – Regolamenti dei primi collegi FMA (Mornese, Nizza Monferrato)

Il Programma – denominato anche Regolamento – dell’educandato di Mornese fu fatto stampare da don Bosco presso la Tipografia dell’Oratorio come tutti gli altri Regolamenti delle case salesiane. Il testo riproduce per molti aspetti il programma in uso presso i collegi da lui fondati. In esso si precisano sia la finalità educativa dell’internato e le condizioni di accettazione, sia le principali occupazioni delle alunne. A livello didattico il programma si articola in tre aree: insegnamento letterario, lavori domestici, insegnamento religioso. Continue reading “Giovanni Bosco – Regolamenti dei primi collegi FMA (Mornese, Nizza Monferrato)”

Giovanni Bosco – Regolamenti dei primi collegi fondati fuori Torino

“Uno e non ultimo studio di D. Bosco in quest’anno – scrive G. B. Lemoyne riferendosi all’anno 1863 – era stata la fondazione del Collegio di Mirabello. Ne aveva scritto il regolamento, mettendo per base quello dell’Oratorio, specificando tutti i doveri dei singoli superiori e degli alunni, mutando ciò che non era adattato alla natura dell’Istituto”. Questo “regolamento – che rimase per vari anni manoscritto, sempre secondo la testimonianza di Lemoyne – doveva essere come lo statuto fondamentale, anche di tutte le altre case che col tempo sarebbonsi aperte. Esigeva che se ne facesse gran conto”. Continue reading “Giovanni Bosco – Regolamenti dei primi collegi fondati fuori Torino”

Giovanni Bosco – Buone notti ai giovani di Valdocco

Fra le pratiche più originali attuate nella prassi educativa di Valdocco, e conservate nella successiva tradizione salesiana, sono da mettere in risalto le “Buone notti”: brevi “parlate” o “discorsetti” tenuti dopo le preghiere della sera. Don Bosco si rivolge agli alunni in presenza dei loro educatori (superiori della casa, maestri, assistenti), familiarmente, con linguaggio semplice e attraente. Continue reading “Giovanni Bosco – Buone notti ai giovani di Valdocco”

Giovanni Bosco – Letture educative e diffusione dei buoni libri

Don Bosco – ricorda don Michele Rua in una breve cronaca del 1867 – “addolorato alla vista dell’immenso male che si va facendo specialmente fra la gioventù studiosa per mezzo della lettura dei cattivi libri, formò il progetto di fare un’associazione di buoni libri moderni e classici”. Il progetto divenne realtà, l’anno seguente, con l’inizio della pubblicazione “Biblioteca della Gioventù Italiana” o “Biblioteca dei Classici Italiani”. L’ iniziativa si inseriva nell’ambito di realizzazioni consolidate precedentemente e di quelle, più numerose, che dovevano attuarsi dopo. In realtà, “Don Bosco non si diede tregua come scrittore, editore e propagandista, perché personalmente era persuaso che il predicare la buona novella per mezzo della stampa era un servizio che doveva rendere inderogabilmente alla Religione, una esplicazione necessaria della sua vocazione di educatore della gioventù e del popolo”. Continue reading “Giovanni Bosco – Letture educative e diffusione dei buoni libri”

Giovanni Bosco – Principi pedagogici-didattici e questioni disciplinari

I dieci brevi documenti riportati in seguito – alcuni forse meno conosciuti che i precedenti nella storiografia salesiana – presentano anch’essi interesse nell’ottica della maturazione e della pratica del sistema educativo di don Bosco. Si tratta di una selezione, necessariamente limitata, di lettere personali a autorità responsabili della pubblica istruzione, a giovani e a educatori, e di circolari su tematiche pedagogico-didattiche. Continue reading “Giovanni Bosco – Principi pedagogici-didattici e questioni disciplinari”

Giovanni Bosco – Tre lettere ai salesiani d’America

Nella prima parte degli anni Ottanta del secolo XIX è sentita più volte la necessità di affrontare il delicato tema dei “castighi”. In queste coordinate trova punti di riferimento il testo del primo scritto riportato a continuazione: la celebre lettera da Roma del 1884 indirizzata alla comunità salesiana di Torino-Valdocco. Continue reading “Giovanni Bosco – Tre lettere ai salesiani d’America”

Giovanni Bosco – Il Sistema preventivo nell’educazione della gioventù

Il Sistema preventivo nell’educazione della gioventù (1877) è uno dei documenti più importanti e diffusi del fondatore dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Si tratta del primo e maggiormente compiuto resoconto – nonostante le sue ridotte dimensioni – che don Bosco abbia compilato del proprio metodo educativo. A questo “trattatello” è apparsa intimamente unita per molto tempo la sua reputazione di “educatore-pedagogo”. Continue reading “Giovanni Bosco – Il Sistema preventivo nell’educazione della gioventù”

Giovanni Bosco – Ricordi confidenziali ai direttori delle case

All’origine dell’autorevole documento Ricordi confidenziali, si trova una lettera scritta a don Michele Rua, chiamato da don Bosco, nell’autunno del 1863, ad assumere l’impegno di dirigere la prima casa salesiana fuori Torino: il collegio o Piccolo seminario di San Carlo a Mirabello Monferrato. Don Bosco intendeva trasmettere nello scritto, inviato al giovane direttore, quegli orientamenti pedagogici e spirituali che, messi già in pratica a Valdocco, avrebbero dovuto caratterizzare pure il lavoro apostolico ed educativo nella nuova fondazione monferrina. Continue reading “Giovanni Bosco – Ricordi confidenziali ai direttori delle case”

Giovanni Bosco – Il metodo educativo di don Bosco nei dialoghi confidenziali con un politico (Rattazzi) e un maestro elementare (Bodrato)

Due prese di posizione di don Bosco sul suo sistema educativo in due conversazioni del 1854 e del 1864 possono considerarsi affidabili anche se affidate a scritti tardivi (1881-1882). La prima conversazione fu fatta col ministro del regno sardo Urbano Rattazzi; l’altra con l’insegnante elementare Francesco Bodrato. Continue reading “Giovanni Bosco – Il metodo educativo di don Bosco nei dialoghi confidenziali con un politico (Rattazzi) e un maestro elementare (Bodrato)”

Giovanni Bosco – La forza della buona educazione

Il “ documento che propriamente inaugura la rappresentazione di esperienze vive di Don Bosco educatore è La forza della buona educazione. Vi si trova in scena il direttore dell’Oratorio di San Francesco di Sales come catechista, consigliere e confidente del giovane Pietro”, anche se questi “vi appare nella penombra e senza una netta fisionomia”. Continue reading “Giovanni Bosco – La forza della buona educazione”

Giovanni Bosco – Lettere di don Bosco all’arcivescovo di Torino monsignor Lorenzo Gastaldi

Il teologo, canonico, Lorenzo Gastaldi sul finire degli anni quaranta apprezzava e sosteneva l’opera degli oratori di don Bosco, la elogiava sulla stampa, lasciava che la mamma e la sorella accudissero i ragazzi dell’Oratorio di Valdocco e partendo come rosminiano per l’Inghilterra nel 1853 faceva testamento in favore di don Bosco. Di ritorno in Italia, continuò la stima verso don Bosco e la sua amicizia si intensificò con la collaborazione alla pubblicazione delle Letture cattoliche, con la predicazione ai ragazzi di Valdocco e ai salesiani, con l’insegnamento teologico a questi ultimi, con generose offerte per la chiesa di Maria Ausiliatrice.

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Giovanni Bosco – Lettere di don Bosco in preparazione della prima spedizione missionaria (1875)

La dimensione missionaria è parte fondamentale della vicenda storica di don Bosco, vissuto in un’epoca di forte attenzione missionaria da parte della Chiesa. Non privo di aspirazioni missionarie già negli anni di studio teologico e attento lettore di riviste missionarie, a Torino fu testimone diretto di esposizioni missionarie e di spedizioni in partibus infidelium. Una volta fondata ed approvata dalla Santa Sede la Congregazione salesiana, don Bosco coltivò progetti di inviare missionari salesiani. I primi sette documenti qui presentati si ricollegano in certo modo alla prima spedizione missionaria, salpata da Genova il 14 novembre 1875.

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Giovanni Bosco – Lettere di don Bosco: Ricorsi alla beneficienza privata

I contributi economici chiesti da don Bosco e ottenuti dalle pubbliche autorità ed istituzioni non erano certamente in grado di far fronte alle ingenti spese dell’Opera salesiana. Era necessario ricorrere alla beneficenza privata. Logicamente don Bosco si rivolse con le sue lettere in particolar modo alle famiglie e ai singoli individui che godessero di possibilità economiche, vale a dire appartenenti al ceto nobiliare, per lo più grandi proprietari, e all’alta e media borghesia dell’epoca, notoriamente disponibili nei confronti di elargizioni benefiche. Una parte, seppure modesta del loro risparmio privato, poteva in effetti trovare sbocco in opere educative ed assistenziali come quelle di don Bosco.

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Giovanni Bosco – Lettere di don Bosco. Ricorsi alla beneficenza pubblica.

Per le risorse finanziarie necessarie a sopperire ai costi sempre crescenti delle sue opere, don Bosco fece appello alla benevolenza delle istituzioni: la famiglia reale, le autorità di governo, gli amministratori pubblici (comunali, provinciali, statali…), le Opere benefiche esistenti sul territorio, la Banca Nazionale, le parrocchie, le diocesi, la Santa Sede stessa nelle persone dei suoi massimi esponenti, papa compreso. Per ogni richiesta di aiuto dava quelle ampie e precise ragioni benefiche e sociali, che a suo giudizio avrebbero dovuto far aprire i “cordoni della borsa” a chi ne possedeva una ben fornita e concedere quanto domandato alle autorità in termini di esenzioni, permessi, autorizzazioni, ecc.

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Giovanni Bosco – Cenni storici intorno all’Oratorio di San Francesco di Sales

Don Bosco su consiglio del suo direttore spirituale, san Giuseppe Cafasso dell’autunno 1844 all’estate 1846 risiede presso il Rifugio Barolo in qualità di cappellano dell’Ospedaletto di santa Filomena, inaugurato nell’agosto 1845. Nella stessa sede e successivamente in sedi provvisorie, non lontane da Valdocco, svolse il suo primo ministero pastorale in favore dei ragazzi, per lo più immigrati privi di riferimenti parrocchiali. Lungo gli anni quando l’Oratorio ha trovato un posto fisso si arricchiva di nuove attività.

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