Nella circolare datata 14 aprile 1916, durante la commemorazione dei dolori di Maria SS., il Rettor Maggiore dei salesiani, Sac. Paolo Albera, affronta il tema della castità, una virtù cara a Don Bosco e fondamentale per i religiosi della congregazione. Attraverso una serie di riflessioni e esempi tratti dalla Sacra Scrittura e dalla vita dei santi, Albera esorta i salesiani a coltivare e praticare la castità con fervore.
Descrive la castità come un titolo onorifico per i religiosi, una virtù che li rende ostie viventi, pure e gradite a Dio. Sottolinea l’importanza di vivere come gli angeli di Dio, mantenendo una vita pura e santa. Albera evidenzia come la castità sia la fonte di ogni bene e come sia strettamente legata alla crescita spirituale e intellettuale dei religiosi. Conclude esortando i Salesiani a seguire l’esempio di Don Bosco, che visse una vita di straordinaria purezza, e ad essere fedeli alla promessa di castità fatta davanti all’altare. Infine, avverte della responsabilità della Pia Società Salesiana nel mantenere la sua reputazione di moralità e purezza.
Indice
- Il titolo più onorifico per noi
- Ostie viventi, pure e accette a Dio
- Come gli Angeli di Dio
- Tutti i beni ci vengono da lei
- La predilezione divina
- La purità e la scienza
- «Nec nominetur in vobis…»
- La realtà d’una leggenda
- Per non cadere appigliamoci ai mezzi
- Preghiamo
- Confessiamoci
- Comunichiamoci
- Siamo divoti della Madonna
- Mortifichiamoci
- Fuggiamo l’orgoglio
- L’ozio
- Le cattive letture e relazioni
- Le amicizie particolari
- …Per l’innocenza del fanciullo
- I due diamanti
Periodo di riferimento: 1916
P. Albera, “Sulla castità“, in “Lettere circolari di Don Paolo Albera ai salesiani“, Direzione generale delle opere salesiane, Torino 1965, 212-229.