“La vocazione in genere — cioè l’elezione di un determinato stato di vita — viene da Dio , il quale, come è l’Autore di tutto il creato, così anche ispira ad ogni anima ragionevole quale via essa debba percorrere per conseguire il suo fine. Però in generale Egli non comunica tale sua ispirazione in modo straordinario, e neppure la palesa con segni tali di certezza da non
lasciare alcun dubbio sulla scelta.Invece Egli suol porre, per così dire, il germe della vocazione nelle doti stesse naturali che comparte, in diverso grado e maniera, alle anime: cioè, pur creando tutti gli uomini a sua immagine e somiglianza, pur determinando a tutti il medesimo fine, secondo il suo beneplacito dà loro qualità personali differenti, che li inclinano chi ad uno stato e chi ad un altro; e per lo più forma attorno a ciascuno un ambiente adatto al pieno sviluppo di tali qualità, onde, quasi insensibilmente, ciascuno è guidato ad abbracciare lo stato di vita più conforme alla sua personalità, lo stato nel quale gli sarà più facile e sicuro il conseguimento del suo fine ultimo […] Ma perchè la vocazione possa giudicarsi divina, non è necessario che Dio palesi direttamente la propria volontà alla persona chiamata”.
Periodo di riferimento: 1921
P. Albera, “Lettera del Rettor Maggiore” in «Atti del Capitolo superiore della società salesiana», 2 (1921), 4, 186-227.
Istituzione di riferimento:
Direzione Generale SDB