Don Bosco, su consiglio del suo direttore spirituale, san Giuseppe Cafassodall’autunno 1844 all’estate 1846 risiedette presso il Rifugio Baroloin qualità di cappellano dell’Ospedaletto di santa Filomena, inaugurato nell’agosto 1845. Nella stessa sede e successivamente in sedi provvisorie, non lontane da Valdocco, svolse il suo primo ministero sacerdotale in favore dei ragazzi, per lo più immigrati privi di riferimenti parrocchiali. Alla vigilia di trasferirsi a casa Pinardi, tracciava all’autorità civile della città di Torino, incaricata e preoccupata dell’ordine pubblico, un rapidissimo resoconto della propria triennale attività catechistica, indicando gli scopi e i risultati raggiunti, positivi tanto per la società civile che per quella ecclesiale (n. 1). A tre anni di distanza (1849), l’opera oratoriana di Valdocco si era ormai estesa in altre due parti della città (Porta Nuova, Vanchiglia), era frequentata da un migliaio di giovani, ma soprattutto si era ampliata con attività scolastiche e un piccolo ospizio (n. 3). Tre anni dopo (1852), sempre per far fronte ai bisogni dei giovani, le strutture dell’Oratorio di Valdocco si ingrandirono notevolmente con altri edifici, ivi compresa una nuova chiesa, grazie anche al ricavato di una lotteria di beneficenza, con la quale don Bosco riuscì nell’intento di allargare significativamente il cerchio dei suoi benefattori (n. 6). Fra loro si distinguevano autorità e note personalità cittadine, invitate a presenziare ad un saggio accademico delle sue scuole serali per “giovinotti” lavoratori (n. 7). L’attenzione dell’educatore subalpino si rivolgeva però potenzialmente ad un’amplissima cerchia di gioventù: ai giovani piemontesi, da educare moralmente, in tempo di libertà di stampa, attraverso un periodico tutto per loro (n. 2), ai giovani apprendisti dell’Oratorio da aiutare all’ interno con una Società di mutuo soccorso (n. 4) e da tutelare all’esterno nei loro diritti dai padroni di città (n. 5), alla gioventù italiana in generale e alle fasce popolari del Paese, da proteggere in tempi di forte secolarizzazione, con ampie iniziative editoriali (n. 9). Lungo gli anni la “casa annessa” all’Oratorio, ormai garantita sotto il profilo economico (n. 8), si arricchiva di nuove attività: scuole ginnasiali interne (n. 11), laboratori di arte e mestieri (n. 12), grande chiesa (n. 16). Il tutto si realizzava in presenza di una difficile situazione politico-religiosa, alimentante sospetti nelle stesse autorità di governo che pur apprezzavano l’opera di Valdocco. Don Bosco cercò di difendersi attraverso contatti personali e puntuali autodifese per via epistolare (n. 15). Ad uso soprattutto interno alla nascente Congregazione salesiana redigeva poi periodicamente dei resoconti della storia della medesima, di cui era protagonista, attore, testimone, formatore unico del personale (nn. 10, 13, 17). Intanto in Torino si ampliava anche la struttura dell’Oratorio di San Luigi a Porta Nuova, con la costruzione di un nuova grande chiesa (n. 19). A sua volta l’Oratorio (e la casa annessa) di Valdocco, cui don Bosco dedicava tutte le sue sollecitudini, e nel quale con l’esperienza diretta elaborava il suo sistema educativo e formava i suoi educatori, si avviava a diventare, per precedenza cronologica, per ampiezza e prestigio, la casa madre sia delle opere giovanili, che della Congregazione salesiana stessa. Nei primi anni sessanta il piccolo regno di Valdocco era già pronto per allargare i suoi confini all’insegna di una missione percepita come voluta e benedetta dall’alto. La figura carismatica di don Bosco e le originarie esperienze vissute dai suoi “figli” al suo fianco nel mitico Oratorio di Valdocco sarebbero state fonti di ispirazione per quanti lasciavano la casa paterna per trapiantarla sotto altri cieli. I 16 documenti che qui pubblichiamo in ordine cronologico (assieme al successivo n. 22) scandiscono in un certo modo le tappe principali dello sviluppo endogeno dell’Oratorio di Valdocco. Ovviamente per una conoscenza approfondita della sua storia, rimandiamo all’apposita bibliografia al termine del volume.
Periodo di riferimento: 1846 – 1864
Istituto Storico Salesiano, Fonti salesiane 1: Don Bosco e la sua opera. Raccolta antologica, Roma, LAS, 2014, 8-53.
Istituzione di riferimento:
Istituto Storico Salesiano