Nel parlare di comunicazione sociale è abbastanza facile assumere un punto di vista piuttosto riduttivo e — per questo — fuorviante: per comunicazione sociale si finisce per intendere l’insieme dei messaggi diffusi dai mass-media e ricevuti da un numero enorme di singoli ascoltatori, insieme considerato come un tutto coerente, quasi fosse il messaggio inviato da un super-emittente ed accolto passivamente da ciascuno di noi.
Il che porta immediatamente ad un moralismo semplificatore, tendente a demonizzare la situazione attuale e a ridurre l’ambito di intervento a forme di censura e a proposte di messaggi alternativi. Di realmente alternativo però da una simile posizione non può nascere nulla, dal momento che si resta nella logica di cui si accusa l’attuale organizzazione di mass-media: si cerca cioè un potere per opporsi ad un altro potere. È probabilmente più saggio impostare l’analisi in modo diverso, più oggettivo. Le pagine che seguono vogliono essere un tentativo in questa direzione.
INDICE
1. Chiarimenti preliminari
2. Comunicazione e società
3. Soggetto umano e comunicazione di massa: quale modello interpretativo?
4. Quali le aree d’intervento
Periodo di riferimento: 1984
F. Lever, “Comunicazione sociale e educazione” in “Progetto Educativo Pastorale“, a cura di Juan Edmundo Vecchi, José Manuel Prellezo, LAS, Roma, 1984, 257-272.
Istituzione di riferimento:
Facoltà di Scienze dell’Educazione UPS