“Nelle Preghiere della Sera noi rivolgiamo quotidianamente a San Giovanni Bosco la fiduciosa invocazione: «Insegnaci ad amare Gesù Sacramentato, Maria Ausiliatrice e il Papa». È infatti il Papa, dopo Gesù e Maria, il terzo grande amore istillato dal nostro grande Padre nel cuore dei suoi figliuoli, prima ancora che le Costituzioni recassero il solenne e fondamentale articolo 49: «I soci avranno per arbitro e per Supremo Superiore il Sommo Pontefice, cui saranno in ogni luogo, in ogni tempo, e in ogni sua disposizione umilmente e riverentemente sottomessi, anche in forza del voto d’obbedienza. Che anzi sarà precipua sollecitudine d’ogni socio di promuovere e difendere con tutte le forze l ’autorità e l’osservanza delle leggi della Chiesa Cattolica e del suo Capo Supremo, Legislatore e Vicario di Gesù Cristo sopra la terra».
Ben possiamo dire che il più bel commento pratico a questo memorabile articolo noi lo troviamo nella vita stessa di Don Bosco. La devozione al Papa è una tra le, più belle caratteristiche dello spirito del nostro santo Fondatore, il quale nel lungo e molteplice suo apostolato si studiò di conoscere, di amare, di difendere il pontificato romano, che sapientemente concepiva come l’asse fondamentale intorno a cui si svolge l’opera divinizzatrice della Chiesa e la storia stessa dell’umanità. L’immortale Pontefice Pio XI, appena elevato al soglio di San Pietro, ricordando il suo personale incontro con Don Bosco, attestava di aver « potuto leggere e sentire nel suo cuore… come al disopra di ogni gloria egli poneva quella di essere il fedele servitore di Gesù Cristo, della sua Chiesa, del suo Vicario » (1). E il 19 marzo 1929, dopo la lettura del Decreto approvante i miracoli proposti per la Beatificazione, alludendo ai recentissimi Patti Lateranensi, non dubitava di chiamare Don Bosco « grande, fedele e veramente sensato servo della Chiesa Romana » (2). Anche il 3 aprile 1934, a due giorni dall’indimenticabile Canonizzazione del nostro Padre, Pio XI disse che « la Chiesa, la Santa Sede e il Vicario di Cristo » ne avevano riempito l’esistenza. Anzi, con felice espressione sentenziò che per Don Bosco «il Papa era elemento di vita» (3). Come non gioire e non riempirci di santo orgoglio per sì autorevoli affermazioni, che ridondano a onore e gloria anche della nostra umile Società? Esse però sono un mònito a tutti i figli del Santo, nella cui attività individuale e collettiva deve splendere il riflesso della indefettibile devozione di Don Bosco al Papa. La Strenna del Venticinquesimo Anno Santo, il quale ha visto Roma e l’augusta persona dell’angelico Pio XII al centro delle devote aspirazioni di folle mai viste di pellegrini convenuti nella città eterna per il Giubileo, volle appunto riassumere gli esempi e insegnamenti paterni in queste parole: « Conoscere, Amare e Difendere il Papa ». È necessario che tale triplice consegna continui incessantemente ad aumentare lo slancio con cui tutta la Famiglia Salesiana si è votata alla santa causa, oggi non meno urgente che all’epoca triste e sconvolta del nostro Padre e Fondatore. Ed egli che, per spontanea confessione di profani e liberali del suo tempo, ebbe in larga misura « Parte di innamorare del Papato » (4), voglia dare efficacia a questa breve trattazione sulla testé mentovata Strenna del 1950, mentre apparirà ai nostri occhi quale eccelso Modello e Maestro nel conoscere, nell’amare e nel difendere il Vicario di Cristo”.
Periodo di riferimento: 1951
P. Ricaldone, “Lettera del Rettor Maggiore” in «Atti del Capitolo superiore della società salesiana», 31 (1951), 164, 1-104.
Istituzione di riferimento:
Direzione Generale SDB