La corrispondenza di don Bosco con i Cooperatori e gli amici, laici ed ecclesiastici, contiene sempre puntuali e sostanziosi suggerimenti spirituali, mirati alla proposta di un cammino di vita interiore che unisca alla devozione e al fervore spirituale l’esercizio delle virtù, la carità operativa, il compimento amoroso e fedele dei doveri del proprio stato. Da questi piccoli testi emerge l’ispirazione “salesiana” del nostro santo, la sintonia con gli insegnamenti espressi da san Francesco di Sales nella Introduzione alla vita devota e nelle lettere di direzione spirituale. Qui riportiamo dodici corrispondenze che documentano la gamma delle relazioni di don Bosco e la concretezza della sua “scuola” spirituale.
- 274. A un laico desideroso di perfezione (p. 913) 275. A una persona religiosa (p. 914) 276. Al marchese Ignazio Pallavicini (p. 915) 277. A Cesare Callori (p. 916) 278. A una madre di famiglia (p. 917) 279. Ad una vedova afflitta (p. 918) 280. A un cattolico impegnato (p. 919) 281. A un amico sacerdote (p. 919) 282. A un sacerdote in difficoltà (p. 920) 283. A mons. Edoardo Rosaz, vescovo di Susa (beato) (p. 920) 284. A una signora scrupolosa (p. 921) 285. A un parroco scoraggiato (p. 922)
Periodo di riferimento: 1862 – 1878
Istituto Storico Salesiano, Fonti salesiane 1: Don Bosco e la sua opera. Raccolta antologica, Roma, LAS 2014, 913-922.
Istituzione di riferimento:
Istituto Storico Salesiano