Don Bosco, nel corso del 1886, quando gli fu chiesto di preferire tra il metodo di san Francesco di Sales e quello di san Vincenzo de’ Paoli, rispose evasivamente, sostenendo di seguire l’ispirazione del Signore e le esigenze delle circostanze. Questa risposta non va intesa letteralmente, ma piuttosto come un’espediente per evitare di prendere una posizione tra i due autori ai quali era legato. Gli studiosi concordano sul fatto che Don Bosco fosse più un educatore che un pedagogista rigoroso, ma ciò non significa che mancasse di un disegno teorico o procedesse casualmente. Egli elaborò i principi di fondo cui rimase fedele per tutta la vita, ma cercò al contempo di adattarli alle diverse circostanze storiche. Recenti interpretazioni suggeriscono che invece del “sistema preventivo” di don Bosco, sarebbe più corretto parlare di “sistemi” al plurale. Questo intervento si propone di esaminare come don Bosco decise di dedicarsi all’educazione dei giovani e come questa scelta si manifestò nelle diverse fasi della sua biografia, considerando le ampie prospettive sociali e religiose in cui si inseriva. Si fa riferimento alla proposta interpretativa di P. Braido, secondo cui don Bosco passò da posizioni orientate al recupero dei giovani pericolanti verso posizioni più orientate alla tutela della gioventù da una realtà sempre più pericolosa.
Periodo di riferimento: 1846 – 1877
L. Pazzaglia, “La scelta dei giovani e la proposta educativa di Don Bosco” in “Don Bosco nella storia”, a cura di Mario Midali, LAS, Roma 1990, 260-288.
Istituzione di riferimento:
Università Pontificia Salesiana (UPS)