Nella diocesi di Torino, dopo il declino dell’impero napoleonico, si fecero numerosi sforzi per riformare la società cristiana. Questi sforzi includevano la ripresa della catechesi parrocchiale, l’organizzazione di missioni popolari e esercizi spirituali per tutte le classi sociali, ma si concentravano principalmente sulla riforma del clero. Questa riforma iniziò con una selezione più accurata dei candidati al sacerdozio e una migliore formazione per i sacerdoti. Le autorità diocesane riorganizzarono i seminari esistenti e istituirono nuovi, seguendo il modello formativo proposto dall’arcivescovo Colombano Chiaveroti, che enfatizzava la carità apostolica e l’oblatività pastorale. Gli sforzi portarono anche alla formazione di giovani sacerdoti ben preparati e motivati, che contribuirono attivamente al rinnovamento spirituale della società e alla ripresa della pratica religiosa. Sorsero nuove istituzioni pastorali, educative e assistenziali. Personalità significative di questo periodo furono Giuseppe Cafasso, noto per il suo talento nella guida spirituale e nell’insegnamento morale, e San Giovanni Bosco, che assimilò il fervore spirituale e apostolico dell’epoca e fu ispirato dai santi pastori della tradizione cattolica.
INDICE
- Discorso funebre sul sacerdote Cafasso Giuseppe
- Panegirico in onore di san Filippo Neri
Periodo di riferimento: 1820 – 1890
G. Bosco, “Sezione quinta. Lo zelo per la salvezza delle anime. I modelli di Don Bosco” in “Parte terza. Scritti e testimonianze di Don Bosco sulla vita spirituale“, a cura di Aldo Giraudo in “Fonti Salesiane 1. Don Bosco e la sua opera. Raccolta ontologica“, LAS, Roma 2014, 944-969.
Istituzione di riferimento:
Istituto Storico Salesiano