L’esperienza originaria di Valdocco e dei primi oratori torinesi aveva il potenziale per crescere in ampiezza e profondità, espandendosi oltre i confini cittadini, ma ciò richiedeva due condizioni fondamentali: un progetto operativo e risorse umane ed economiche adeguate. Don Bosco comprese presto che la continuità della sua Opera richiedeva un’organizzazione stabile delle forze disponibili, preparate sul piano educativo e spirituale. Nonostante le incertezze iniziali, il sostegno morale di Papa Pio IX e i suggerimenti del ministro Rattazzi lo aiutarono a superare gli ostacoli derivanti dalle leggi anticlericali dell’epoca. Don Bosco fondò coraggiosamente la Congregazione salesiana, nonostante le difficoltà incontrate. La fondazione dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e delle associazioni laicali “Cooperatori Salesiani” e “Devoti di Maria Ausiliatrice” fu più rapida e meno problematica. In questo contesto, si concentrò su un approccio storico-giuridico alla figura di don Bosco fondatore, cercando di coinvolgere giovani collaboratori formati sul campo e in ambito teologico per garantire la continuazione dell’opera degli oratori torinesi da lui avviata.
INDICE
- Società di San Francesco di Sales
- Associazioni dei devoti di Maria Ausiliatrice
- Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice
- Associazione dei Cooperatori Salesiani
Periodo di riferimento: 1840 – 1890
G. Bosco, “Sezione seconda. Don Bosco Fondatore” in “Parte prima. Scritti e documenti per la storia di Don Bosco e dell’opera salesiana”, a cura di Francesco Motto in “Fonti Salesiane 1. Don Bosco e la sua opera. Raccolta ontologica“, LAS, Roma 2014, 110-188.
Istituzione di riferimento:
Istituto Storico Salesiano