Il testo descrive il periodo in cui San Francesco di Sales si offrì a Monsignor Claudio di Granier, Vescovo di Ginevra, per intraprendere una missione apostolica a Annecy nel 1594, con l’obiettivo di riportare alla fede cattolica i 30.000 abitanti della regione che erano passati al Calvinismo alcuni decenni prima. Nonostante le sfide e i pericoli, San Francesco di Sales non immaginava l’impatto straordinario che la Provvidenza avrebbe avuto nel supportarlo attraverso mezzi apparentemente semplici come foglietti informativi. Questi foglietti, invece di essere ignorati, si infiltrarono efficacemente anche tra coloro che non erano interessati per principio o per curiosità preventiva, portando migliaia di persone a ritornare alla fede cattolica. Il testo riflette sull’efficacia e sulla crescente influenza del materiale scritto nel corso del tempo, evidenziando il potere di raggiungere diverse sensibilità umane, tra cui il cuore, la mente, la curiosità e l’immaginazione. Don Bosco, nel fondare la sua tipografia, seguì l’esempio di San Francesco di Sales, riconoscendo il potenziale dei mezzi di comunicazione scritti nel diffondere la fede cattolica. La tipografia di Don Bosco non si limitò alla stampa di opere religiose, ma si espanse in varie direzioni, includendo la stampa di musica, opere di narrativa leggera e anche l’Almanacco “Gallant Man” per sostenere la polemica contro gli avversari della Chiesa. Don Bosco dimostrò una profonda comprensione delle esigenze educative e morali, prevedendo anche la necessità di vocabolari per evitare fraintendimenti e trarre lezioni morali da letture casuali.
Periodo di riferimento: 1845 – 1955
G.M. Pugno, “Le scuole grafiche salesiane” in “Il mondo grafico di Don Bosco“, Colle Don Bosco (Asti), 1959, 20-34.
Istituzione di riferimento:
Centro Studi Don Bosco