L’autore riconosce la complessità di esaminare la pedagogia di San Giovanni Bosco dall’ottica dell’antropologia psicoanalitica, richiedendo una vasta gamma di competenze. Tuttavia, pur ammettendo le proprie limitazioni, si propone di avviare una riflessione su questo tema, motivato dalla rilevanza della psicoanalisi nella cultura contemporanea e dalla necessità di promuovere un dialogo tra la pedagogia salesiana e la psicoanalisi.
Il testo esplora i limiti di un’analisi psicoanalitica della persona di Don Bosco e sottolinea che il confronto tra la sua pedagogia e l’antropologia psicoanalitica è intrinsecamente precario, data la distanza temporale e culturale tra i due contesti. Tuttavia, l’autore auspica che l’approccio psicoanalitico possa contribuire a chiarire alcuni aspetti impliciti della pedagogia di Don Bosco, consentendo di valutarne i rischi e i vantaggi in modo più chiaro. Infine, l’autore suggerisce che esaminare il ruolo della personalità di Don Bosco nella sua pedagogia potrebbe portare a una migliore comprensione delle sue intuizioni educative e dei loro effetti, così come a interrogativi sulla sua stessa persona.
Periodo di riferimento: 1970 – 1980
X. Thévenot, “Don Bosco educatore e il «Sistema Preventivo». Un esame condotta a partire dall’antropologia psicoloanalitica” in “Il Sistema Preventivo e l’educazione dei giovani”, LAS, Roma, 1989, pp. 91-139.
Istituzione di riferimento:
Università Pontificia Salesiana