Il centenario della morte di Don Bosco ha fornito un’opportunità per riflettere sulla sua eredità pedagogica e sulla sua rilevanza nel contesto contemporaneo. Don Bosco è universalmente riconosciuto come un grande educatore religioso, il cui approccio pedagogico si basava sul trinomio “ragione – religione – amorevolezza”. La sua opera mirava a formare buoni cristiani e onesti cittadini, ponendo al centro dell’educazione la dimensione religiosa della vita. Tuttavia, è importante considerare che Don Bosco operava in un contesto culturale e storico molto diverso dal nostro. Anche dal punto di vista teologico e religioso, la situazione è cambiata profondamente, specialmente dopo il Concilio Vaticano II, che ha segnato l’inizio di un’epoca nuova per la Chiesa cattolica. Pertanto, accostarsi al pensiero e all’azione di Don Bosco oggi richiede una riflessione critica, distinguendo tra ciò che è datato e ciò che è perenne, tra contenuti superati e intuizioni ancora valide. In questo contesto, si propone una rilettura di Don Bosco alla luce dei problemi contemporanei legati alla crisi dell’educazione religiosa cristiana. Questo approccio mira a individuare tratti caratteristici della sua esperienza educativa che possono ancora offrire spunti utili per affrontare le sfide attuali.
Periodo di riferimento: 1970 – 1980
U. Gianetto e E. Alberich, “Don Bosco maestro di educazione religiosa” in “Il Sistema Preventivo e l’educazione dei giovani”, LAS, Roma, 1989, pp. 47-62.
Istituzione di riferimento:
Università Pontificia Salesiana