Un documento del II secolo cristiano indica come i nuovi credenti intendevano la loro presenza nel mondo. È lo scritto “A Diogneto”. Comunque, per quanto lontano cronologicamente e culturalmente dal testo riportato, don Bosco sembra condividere analoghe preoccupazioni. Il cristiano non è un «separato», un «esoterico». È cittadino insieme del cielo e della terra, e in quanto tale prende sul serio anche operativamente la duplice e unitaria vocazione. Se ne tratterà analiticamente nella seconda parte del lavoro. Nella prima si vorrebbe illustrare alcune tipiche visioni cristiane della vita che si collocano su una linea analoga. Ci si limiterà soltanto ad alcuni «momenti» dell’epoca moderna: la concezione di Silvio Antoniano, il secolo XVIII con particolare attenzione agli orientamenti giurisdizionalistici, e infine talune espressioni e dibattiti del 1800, il secolo di don Bosco.
Indice:
- INTRODUZIONE
- I. MOMENTI DI UNA LUNGA TRADIZIONE
- 1. La dimensione cristiana e civile della visione pedagogica di Silvio Antoniano
- 2. Tra religione e politica giurisdizionalista
- 3. Il cristiano perfetto «cittadino» repubblicano
- 4. La voce della stampa educativa
- 5. Discussioni politiche e religiose
- II. DON BOSCO: DENSITÀ SEMANTICA DI UNA FORMULA
- 1. La «condizione giovanile»: la «gioventù pericolante» nel corpo e nell’anima e «pericolosa» nella società
- 2. Gioventù, educazione, società
- 3. Il cristiano con diritto di cittadinanza in tre diverse città
- 4. Un progetto educativo plenario e differenziato, cristiano e civile
- 5. Il buon cristiano per l’onesto cittadino
- 6. L’armonia di buon cristiano e onesto cittadino
Periodo di riferimento: 1800 – 1900
P. Braido, “Una formula dell’umanesimo educativo di don Bosco «Buon cristiano e onesto cittadino»” in «Ricerche Storiche Salesiane», 12 (1993) 23, 7-75.
Istituzione di riferimento:
Istituto Storico Salesiano