Il testo descrive la vita di un umile religioso laico, Paolino Bassignana, che ha vissuto a Faenza per oltre quarant’anni nel ruolo di provveditore o spenditore. Paolino è descritto come una persona costante, raccolta, bonaria e arguta, sempre impegnata nel suo modesto incarico di contrattare e procurare beni per il suo istituto. Nonostante la sua modestia, la sua presenza ispira gioia e serenità negli altri, e la gente lo riconosce affettuosamente con il nome di “Paolino”. Nonostante la sua vita apparentemente comune, il testo sottolinea la profonda spiritualità di Paolino, che trasforma la sua modesta esistenza in una forma di grandezza e nobiltà interiore. La comunità lo rispetta e lo venera, dimostrando un interesse e una partecipazione intensi alla sua scomparsa, riconoscendo la sua umiltà come manifestazione di autentica grandezza e virtù.
INDICE
- Una solenne dimostrazione
- Umile e grande
- La nascita e la patria
- La fama di Don Bosco
- Don Bosco e il Coadiutore salesiano
- Altri sviluppi del coadiutore ideale VIT. L’alba d’una giornata piena
- Nel regno dell’anticlericalismo
- La formula di Don Bosco
- « Da mihi animas caetera tolle »
- Accoglienze nè oneste nè liete
- L’utilità d’un buon scudiere
- La testimonianza d’un amico
- L’amico continua a parlare
- L’amico s’ascolta ancora volentier
- Altre preziose testimonianze
- L’interno d’un’anima
- L’insegnante di catechismo all’Oratori festivo
- Lo spenditore
- L’asceta
- La buona cera
- Paolino e gli ex-allievi
- Un altro aspetto
- Alla rinfusa
- In fin di vita si raccoglie
Periodo di riferimento: 1850 – 1930
P. Lingueglia, Paolino Bassignana. Coadiutore salesiano in «Letture cattoliche», LXXII (1925), n. 865, p. 7-89.