Il testo esplora la concezione della povertà di Cristo come mezzo sacramentale attraverso cui comunica la ricchezza della sua umanità risorta.Si analizza la scelta di Cristo di abbracciare la povertà per arricchire gli altri, promuovendo una “conversione monetaria” basata sulla saggezza finanziaria celeste. Si enfatizza la distinzione tra povertà come distacco e povertà come conversione, evitando estremismi. Si delineano la ricchezza della divinità di Cristo incarnata nella sua umanità gloriosa e il concetto di kenosis, uno svuotamento estremo che trasforma la povertà e la morte di Cristo in ricchezza e vita. La povertà cristiana non è un rifiuto dei beni terreni, ma una simbiosi con Cristo per consentire alla vera ricchezza di Dio di fluire senza deviazioni da falsi valori.
Periodo di riferimento: 1960 – 1970
D. Capone, “La povertà“, in “Per una presenza viva dei religiosi nella Chiesa e nel mondo“, a cura di Agostino Favale, Elledici, Leumann (Torino) 1970, 459-482.