Il testo affronta il significato della castità, concentrandosi sulla comprensione della sessualità umana nel contesto del voto di castità, soprattutto nel quadro concettuale del celibato e della verginità nella vita religiosa. La rinuncia all’esercizio della genitalità, aspetto immediato del voto di castità, è analizzata in un contesto in cui la sessualità non è considerata solo in funzione della riproduzione. Si sottolinea che l’uomo, dotato di facoltà superiori e libertà, non è semplicemente condizionato dagli istinti, ma è anche influenzato dalla grazia. La discussione si allontana da un’ossessiva preoccupazione per le pratiche e teorie tradizionali, proponendo un approccio teologico-antropologico-culturale più ampio. Si esplorano gli aspetti di istinto, pulsioni, libertà, ambiente socio-culturale ed energia soprannaturale nella comprensione della sessualità umana e della castità. L’autore rileva l’importanza di una visione scientifica nella ricerca della verità, evitando difese irrazionali e preconcetti. Viene evidenziata l’ambivalenza della società nei confronti del sesso, e si menzionano cambiamenti nelle percezioni tradizionali della sessualità femminile. Infine, si tocca il tema dei problemi psico-sessuali nella formazione religiosa e la necessità di nuovi approcci pedagogici nella formazione alla castità.
Periodo di riferimento: 1960 – 1970
M. T. de Meer, “Castità“, in “Per una presenza viva dei religiosi nella Chiesa e nel mondo“, a cura di Agostino Favale, Elledici, Leumann (Torino) 1970, 414-458.