Il testo esplora il mistero della vita religiosa considerandola come segno e testimonianza. La riflessione teologica si concentra sulla relazione della vita religiosa con la Chiesa, presentandola come un segno oggettivo e una testimonianza personale. Le categorie di “segno” e “testimonianza” non sono semplici sinonimi, si integrano e distinguono, portando con sé implicazioni dottrinali cruciali. La vita religiosa viene descritta come un segno oggettivo che si riferisce a qualcosa di distinto da sé, e al contempo come una testimonianza personale che coinvolge una risposta e un’appropriazione soggettiva. La dualità della vita religiosa, tra dimensione oggettiva e soggettiva, riflette la dualità intrinseca al cristianesimo. Le premesse del testo includono l’unità e distinzione delle categorie di segno e testimonianza, la relatività di tali categorie e l’importanza della vita religiosa all’interno della vita della Chiesa. La vita religiosa viene analizzata in relazione ai consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza, evidenziando la sua appartenenza essenziale alla vita cristiana ecclesiale. L’abstract sottolinea l’importanza di considerare la vita religiosa come una forma particolare di vita cristiana, che include tutti gli elementi comuni della vita ecclesiale, ma si distingue per la modalità in cui vengono vissuti.
Periodo di riferimento: 1960 – 1970
G. M. Gozzelino, “La vita religiosa come segno e testimonianza“, in “Per una presenza viva dei religiosi nella Chiesa e nel mondo“, a cura di Agostino Favale, Elledici, Leumann (Torino) 1970, 349-387.