La drammatica situazione dei cristiani in Medio Oriente, e soprattutto del cristianesimo arabo, ci induce a riflettere su un tema che, almeno in parte, è strettamente inerente a ciò che i recenti avvenimenti ci hanno suggerito. La finalità, in particolare, che ci prefiggiamo con il presente intervento non è tanto quella di evidenziare il rapporto tra salesianità e politica in determinate zone del mondo salesiano, quanto quella di analizzare come i salesiani fuori l’Italia si sono rapportati con la politica largamente “culturale” messa in atto all’estero dai governi italiani del periodo crispino, giolittiano e soprattutto fascista.
In che modo si possono o no considerare i missionari e le opere salesiane “avanguardie dello spirito” in rapporto, per esempio, al fascismo e alla propaganda culturale all’estero, alla stessa
maniera che lo erano la società Dante Alighieri, la radio, l’editoria e le scuole italiane all’estero. Qui si tratta di vedere se e quanto il coinvolgimento dei salesiani alle spinte nazionalistiche, non solo quindi patriottiche, sia stato attivo, cosciente, voluto, e in quale maniera, non spettatori o strumenti, ma attori.
INDICE
- Introduzione
- 1. Argentina: lingua e cultura “italiana”
- 2. Medio Oriente: un fermento continuo
- 3. Palestina: “Società di nazioni”
- Conclusione.
Periodo di riferimento: 1904 – 1999
G. Rossi, La politica culturale italiana all’estero e l’idealità della patria: i salesiani in Argentina e in Medio Oriente, in Sviluppo del carisma di don Bosco fino alla metà del secolo XX. Atti del Congresso Internazionale di Storia Salesiana, Roma, 19-23 novembre 2014, LAS, Roma 2016, 62-79.
Istituzione di riferimento:
Istituto Storico Salesiano