Intendo proporre una riflessione sulla preghiera osservata con gli occhi penetranti di alcuni grandi maestri dello spirito e accostata attraverso la sensibilità di pastori che, a motivo della loro chiamata, hanno qualcosa da dire a noi oggi.
A partire dall’attuale momento storico, si perseguono due scopi: individuare le sfide che siamo chiamati ad affrontare oggi nel cammino della preghiera; leggere il passato non solo per il valore che contiene in sé, oggettivamente più ricco e profondo di quanto si possa immaginare, ma per la freschezza che è capace
di trasmetterci. Così siamo aiutati a interpretare le odierne difficoltà, non come un momento staccato dal cammino della comunità credente attraverso i secoli, quanto piuttosto come una continuazione di esso, per evitare l’illusione di crederci i primi ad affrontare tali
problemi. La valutazione di alcuni Padri e Mistici va accolta con lo stesso atteggiamento di ricerca del senso della preghiera che già animava e dirigeva la loro ricerca.
INDICE
- 1. Constatazione della situazione e delle sfide
- 1.1. La duplice faccia della superficialità
- 1.2. La preghiera staccata dal lavoro
- 1.3. “Quante ore preghi al giorno?”
- 2. Cosa dicono i Padri della preghiera?
- 2.1. È comunione intima con Dio
- 2.2. È nutrimento dell’intelletto
- 2.3. È dialogo con Dio
- 2.4. È esperienza dell’inabitazione dello Spirito
- 3. Cosa dicono i mistici
- 4. Le indicazioni di Carlo Maria Martini
- 5. Le proposte di don Juan E. Vecchi
- 6. La preghiera di un teologo
Periodo di riferimento: 2003
F. Attard, Pregare significa credere. Le sfide, le esperienze, le proposte, LAS, Roma 2003 (Quaderni di spiritualità salesiana,1), 41-57.
Istituzione di riferimento:
Università Pontificia Salesiana (UPS)