Come il primo giorno, ci si ispira ancora a quanto è espresso nel brano di Hessen che sta di fronte. Non occorrono nuovi «prolegomeni», altre «fondazioni» o «motivazioni». Ci sorregge l’idea, sempre più radicata e convinta, che l’educazione, come tutte le grandi realtà, nient’altro può essere che opera di intelligenza e d’amore e, su un piano ulteriore, di fede e di «carità».
Sul piano umano autentico i due termini non vanno separati: ciò che Dio ha congiunto l’uomo non separi. Non esiste nel mondo della vera «humanitas», tanto meno in quella elevata e redenta, amore cieco e «charitas» senza luce. Altrimenti, l’azione, anche quella educativa, diverrebbe pragmatismo opportunistico, empirismo improvvisatore, stanco e stereotipo avanzare, a cui possono conferire apparenza di robustezza e di vigore soltanto presunzione e risibile autosufficienza.
Periodo di riferimento: 1958
P. Braido, Quinto anno, in «Orientamenti pedagogici», 5 (1958), 3-4.
Istituzione di riferimento:
Facoltà di Scienze dell’Educazione UPS