In clima idealistico fu di moda irridere alla metodologia pedagogica e didattica, facilmente scambiata con il «pedagogismo» e il «didattismo». E si dimenticò, forse, che da quando ci fu educazione, essa non potè attuarsi, nel nostro piccolo mondo umano, fatto di umili cose, di brevi gesti, di incerte parole, se non con elementari mezzi di comunicazione, che potevano esprimere realtà grandi, assolute, ma non erano essi stessi nè grandi nè assoluti.
L’ esigenza «tecnica» è inscindibile da qualsiasi rapporto umano, che non è incontro di spiriti puri o di essenze iperuraniche. A questo concetto si ispira ancor oggi, dotata di qualche strumento probabilmente più valido, la «sperimentazione» applicata, anche in campo spiritualistico e realistico, alla ricerca psicologica e pedagogica. Nè smuovono dal legittimo e più volte giustificato proposito diffidenze, riserve e la minaccia di «ismi», che corrono il rischio di stravolgere il preciso significato di termini come «positivo», «scientifico», «naturale».
Periodo di riferimento: 1961
P. Braido, Tecnica pedagogica e primato dello spirituale, in «Orientamenti pedagogici», 8 (1961), 443-445.
Istituzione di riferimento:
Facoltà di Scienze dell’Educazione UPS