Nel triennio giacobino e negli anni immediatamente successivi la religiosità individuale e collettiva, così come si era andata ponendo ed esprimendo, era stata un fatto complesso, ambivalente o anche ambiguo.
Nella costernazione generale prodotta dall’incombere in Italia delle armate francesi nel 1796, varie immagini della Vergine furono viste piangere o muovere gli occhi nelle Marche, in Umbria, a Roma, nel Lazio e persino in Puglia presso Taranto. A Imola il cardinale vescovo Barnaba Chiaramonti, preoccupato di disordini luttuosi, in un’omelia, che ebbe subito larga risonanza, pose in luce le radici evangeliche ch’era possibile scorgere nella fraternità democratica.
Indice
- 1. Ambivalenza
- 2. Rafforzamento del ruolo della parrocchia
- 3. Dimorfismo tra campagna e città
- 4. Riassestamento della religiosità collettiva
- 5. Atteggiamenti ostili al clero
- 6. Bisogno di una riforma religiosa
- 7. Realtà complessa della religiosità collettiva
- 8. Stato liberale e cattolici dopo il 1860
- 9. Senso e osservanza della domenica
- 10. Morte e funerali
- 11. Infanzia da assistere e educare
- 12. Alfabetizzazione e religiosità
Periodo di riferimento: 1796 – 1911
P. Stella, Religiosità vissuta in Italia, in Storia vissuta del popolo cristiano, a cura di J. Delumeau, Torino 1985, 1-12.
Istituzione di riferimento:
Centro Studi Don Bosco