Arabo, musulmano, islam, islamico, integralista, terrorista…Da parte di molti, che sono sempre troppi, soprattutto dopo l’11 settembre 2001, si è fatto e si continua a fare di ogni erba un fascio.
Il passaggio da un termine all’altro sembra scontato. Quando non si sente parlare che di prese di ostaggi, esecuzioni di innocenti, uomini-bomba o autobombe che uccidono decine o centinaia di persone, attentati sventati in vari paesi ecc. e si scopre che gli autori di questi crimini hanno l’islam come denominatore comune, viene quasi spontaneo pensare che tutto ciò avvenga proprio in nome di questa religione, tanto più che inopportuni tentativi di giustificazione, sia pure rari, provenienti dallo stesso campo musulmano e prontamente e abilmente sfruttati da chi si ritiene nel campo opposto, possono favorire questa interpretazione.
Periodo di riferimento: 2001 – 2003
V. Pozzo, “L’Islam, uno e plurale, agli inizi del XXI° secolo. Per un confronto che miri alla convivialità delle differenze” in “Proporre la fede nella cultura contemporanea. Riflessioni salesiane”, Bratislava (Slovacchia) 16-21 agosto 2003, Èditions Don Bosco, Parigi 2004, (Collana, 21), 161-187.