Resta che, non membro di una congregazione, non legato da voti, non partecipando quotidianamente alla vita di una comunità locale, non essendo obbligatoriamente insegnante o educatore, il cooperatore, anche assiduo alle riunioni del suo gruppo, anche con mestiere o impegni extra-professionali che lo mettono in relazione con la gioventù o ad agire su di un registro sociale o relazionale, non è simile (paragonabile) al religioso, chierico o coadiutore.
Come allora definire e caratterizzare in lui una spiritualità salesiana? Lavoro tanto più difficile che questa non comporta criteri extra-temporali, se è vero che, come scrive anche P. Desramaut, è necessariamente evolutiva, come la stessa famiglia religiosa di don Bosco (Ibidem, p. 14). Di fatto, è veramente “di fronte ai cambiamenti socio-culturali contemporanei”, tema della presente pubblicazione, che conviene identificare questa spiritualità.
Periodo di riferimento: 1986 – 2001
G. Avanzini, La spiritualità di un Cooperatore salesiano. Testimonianza in Colloqui sulla Vita Salesiana 20, Cracovia, Polonia 25- 30 agosto 2001, Salvatore Sciascia Editore, Caltannissetta – Roma, 2003, 189-193.