Un progetto unitario scandisce queste riflessioni, raccolte dagli appunti del Servo di Dio don Giuseppe Quadrio e ordinate a formare un corso “ideale” di esercizi spirituali: incontrare Gesù. Nel silenzio profondo di tutto lo spirito, egli ci conduce a comprendere come tutto è da Dio, tutto di Dio, tutto per Dio. L’uomo è fatto per la felicità, è divorato da questa sete che non è possibile eludere. Ma nessun bene finito, nessuna gioia terrena può rendere felice il suo cuore. Egli è fatto per l’infinito.
Anche i novissimi sono letti in questa tensione essenziale dell’uomo. La morte è lasciare tutto, ma per possedere Colui per cui è fatta la nostra esistenza e a cui ogni fibra del nostro essere anela. All’uscita verso la terra promessa saremo giudicati dal nostro migliore amico, da lui che ha dato la sua vita per la nostra, nell’incontro atteso da sempre. La stessa realtà dell’inferno risulta comprensibile soltanto per chi ha pri ma compreso il mistero del peccato e il mistero dell’infinito Amore crocifisso per di struggerlo in sé. “Morire dunque non è un finire, ma un incominciare; non è l’ultima, ma la prima pagina del libro; morire è un nascere alla vera vita, un arrivare dall’esilio alla patria, alla casa paterna, socchiudere la porta e dire: Padre, sono qui, sono arrivato!”.
In questa profonda rimasticazione spirituale, le tematiche classiche degli esercizi ap paiono già anticipate verso la nostra epoca con una sensibilità e con un linguaggio rinnovati, che le sottraggono alla datazione temporale per inserirle in un messaggio valido “per sempre”.
Periodo di riferimento: 1921 – 1963
G. Quadrio, Esercizi spirituali, a cura di Remo Bracchi, LAS, Roma 1998.