Dagli storici più accreditati come Eugenio Ceria, Angelo Amadei e Augusto Ferdinando Auffray veniva definito “l’altra metà di don Bosco”, “La regola vivente”, “colonna dell’Oratorio” “il religioso perfetto”, “il sacerdote modello”, “reliquia vivente di don Bosco” e, recentemente “altro don Bosco”, “icona di don Bosco”, e, magari anche “confondatore” con don Bosco della Pia Società salesiana. Di origine piccola borghese, figlio della media burocrazia cittadina, Michele crescerà su questa direttiva, sull’impianto intuitivo di don Bosco, conferendo alla sua personalità un quid di distinto e persino di signorile. Differente sotto questo profilo da don Bosco, di origine rurale che doveva formarsi dalle molteplici circostanze della sua vocazione, straordinaria sì, ma irta di ostacoli, che egli superava con l’immediatezza della realistica intuizione contadina, e tante volte in maniera umanamente imprevista.
Periodo di riferimento: 1835 – 1910
P. Zovatto, “La spiritualità di Don Rua tra ’800 e ’900“, in “Don Michele Rua nella storia (1837-1910)“. Atti del congresso internazionale di studi su Don Rua, 29–31 ottobre 2010, a cura di Francesco Motto, LAS, Roma 2011 (Studi, 27), 579-609.
Istituzione di riferimento:
Istituto Storico Salesiano