Congregazioni antiche e nuovi Istituti, associazioni di laici, dame caritatevoli e iniziative di vario genere unirono gli sforzi per contrastare la diffusione di una mentalità laica e spesso laicista e irreligiosa, naturalista e massonica, e animare un’educazione giovanile ispirata ai princìpi della fede. Proprio nel momento del massimo indebolimento della tradizione pedagogica spiritualista, maturò una stagione di notevole fervore sia sul piano dell’educazione infantile e della fanciullezza (maschile e femminile) sia sul terreno dei giovani. Tutte iniziative in grado di competere efficacemente con i modelli educativi perseguiti dalle svariate componenti della cultura di quegli anni mazziniani, anarchici e soprattutto socialisti, ma anche i sostenitori della superiorità della vita militare rispetto alla scuola. È questo il contesto di cui dobbiamo tenere conto per cogliere la prospettiva dell’azione educativa dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice nel passaggio tra Otto e Novecento.
Indice
- 1. La pedagogia italiana alla fine dell’Ottocento
- 2. Don Bosco e i Salesiani nella cultura pedagogica tra i due secoli
- 3. La conquista della credibilità educativa e pedagogica
- 4. Il rinnovato impegno educativo della Congregazione
- 5. I collaboratori di don Rua
- 6. Fedeli a un modello educativo originale
- 7. La popolarità, baricentro dell’azione educativa salesiana
- 8. La questione dei giovani tra Otto e Novecento
- 9. L’apporto delle Figlie di Maria Ausiliatrice
- 10. I Salesiani e la scuola
Periodo di riferimento: 1880 – 1915
G. Chiosso, L’apporto dei salesiani all’educazione fra ’800 e ’900, in Don Michele Rua nella storia (1837-1910). Atti del congresso internazionale di studi su Don Rua, 29–31 ottobre 2010, a cura di Francesco Motto, LAS, Roma 2011 (Studi, 27), 469-513.
Istituzione di riferimento:
Istituto Storico Salesiano