La Patagonia si è costituita come il primo territorio salesiano ad gentes su un duplice versante: su quello amministrativo, sulla base di impegni formali di fronte alle istituzioni civili ed ecclesiastiche (collegio Propaganda Fide, Santa Sede e gli Stati argentino e cileno); e su quello missionario ed educativo, mediante l’elaborazione di un piano di centri missionari in circuiti e reti, che hanno consolidato l’opera salesiana. Senza dubbio, l’attualizzazione del progetto ha percorso diverse vie: da una parte appunto i rapporti con la Santa Sede e con gli Stati argentino e cileno, che hanno aperto un percorso complesso e traumatico sull’amministrazione del Vicariato e la Prefettura apostolica, e dall’altra l’elaborazione di modelli missionari che si sono adattati a una realtà patagonica in movimento, segnata dalla violenza dopo la conquista. Il periodo di don Rua, segnò un ciclo d’ordine e di riorganizzazione dell’opera dei Salesiani, “sparsi ormai su tutta la faccia della terra”, con il mantenerla però nella “fedeltà a don Bosco”, con il “far rifiorire lo spirito di Don Bosco tra di noi ed anche organizzare ed ordinare vie più le nostre Case”.
Indice
- Introduzione
- 1. Dalla Terra nullius al Vicariato e alla Prefettura salesiana in Patagonia: i progetti e le trattative di don Bosco e don Rua
- 1.1. Le complesse trattative
- 2. Le missioni e la sua organizzazione interna: i progetti di don Bosco e don Rua
- Conclusione
Periodo di riferimento: 1880 – 1891
M. A. Nicoletti, “Le complicate missioni della Patagonia da Don Bosco a Don Rua: situazione iniziale, sviluppi, bilancio” in “Don Michele Rua nella storia (1837-1910)“. Atti del congresso internazionale di studi su Don Rua, 29–31 ottobre 2010, a cura di Francesco Motto, LAS, Roma 2011 (Studi, 27), 339-362.
Istituzione di riferimento:
Istituto Storico Salesiano