In questa lettera, Giovanni Bosco esprime sentita simpatia per la recente calamità ad Albano, dove il collegio si era trasferito per sfuggire al caldo estivo di Roma.
Riflette sullo shock iniziale e sul dolore provato alla notizia, trovando poi conforto nel ricordare le eccellenti istituzioni, la disciplina e le tradizioni del collegio. La lettera sottolinea le ammirevoli qualità degli studenti e l’efficace educazione morale e scientifica fornita. Ricorda discussioni avute con molte persone a Roma, incluso il Papa, che ha espresso sincera consolazione per le virtù del collegio. Viene lodato il corpo docente, citando educatori illustri come P. Taggiasco, P. Farnocchia, P. Rolletta e P. Chelini. La lettera sottolinea la lunga reputazione del Nazareno, i distinti ex studenti che ha prodotto e il continuo supporto da parte di vari Papi, incluso Pio IX. Don Bosco incoraggia il Rettore a trovare speranza e coraggio in queste affermazioni e a continuare a contribuire all’istituzione e alla morale pubblica. La lettera si conclude con una richiesta al Rettore di ricordare l’autore e il suo stesso istituto.
Periodo di riferimento: 1867
G. Bosco, Lettera del sacerdote D. Giovanni Bosco al P. Alessandro Checcucci D. S. P. Rettore del Collegio Nazareno di Roma, Tipografia Calasanziana 1867.
Disponibile anche in: Opere Edite, Roma, LAS, 1976, vol. XVIII, pp. 303-307.
Istituzione di riferimento:
Centro Studi Don Bosco