Leonardo Tullini – “Tratti di spiritualità nelle lettere inviate a don Paolo Albera dai salesiani soldati durante la prima guerra mondiale” in “La Parola e la Storia: uno sguardo Salesiano. Studi in onore del prof. Morand Wirth”

Obiettivo di questa ricerca e mettere a fuoco i tratti di spiritualità che caratterizzano l’identità salesiana in un preciso momento storico, quello della prima guerra mondiale, e in soggetti ben definiti, i salesiani italiani arruolati nell’esercito tra 1915 e 1918. Si intende cioè ricostruire il complesso di valori umani e spirituali che sorresse questi religiosi soldati nel dramma collettivo della prima guerra mondiale, per meglio capire i capisaldi dell’identità salesiana di quegli anni.

I materiali presi in esame non sono diari, memoriali o scritti di indole autobiografica. La nostra indagine si e concentrata sulla vasta corrispondenza intrattenuta dai salesiani militari con il Rettor maggiore don Paolo Albera, conservata nell’Archivio Salesiano Centrale: si tratta di 3.389 lettere inedite, scritte da 791 corrispondenti.

Le corrispondenze ci mostrano come i giovani confratelli chiamati alle armi si siano soprattutto sentiti minacciati nel loro anelito a realizzare la propria vocazione e vivere secondo lo stile di vita imparato alla scuola di don Bosco. Così, quasi naturalmente, essi sono stati spinti ad aggrapparsi alla propria identità, a purificarla e chiarirla, a riaffermarla e rafforzarla. Lo strumento scelto fu quello della vigilanza e dell’interiorità, suggerita anche insistentemente da don Paolo Albera. In questa lotta per preservare la propria vocazione e le proprie scelte ideali, tutto viene semplificato: ci si orienta a coltivare l’unione con Dio, la fiducia nella Provvidenza e l’offerta di sé. Sono atteggiamenti che reggono anche quando le pratiche religiose risultano impossibili, quando i salesiani soldati sono lanciati in prima linea o barricati nelle trincee sotto il fuoco nemico. Anzi, proprio in queste situazioni la fede si rafforza, il dialogo col Signore si interiorizza ed essi dimostrano di comprendere il significato spirituale più genuino dell’offerta oblativa e della prospettiva vittimale per la salvezza del mondo, per la fecondità della missione salesiana, per la pace tra i popoli e per il vero bene dell’Italia: la salvezza e l’educazione della gioventù, la moralizzazione della nazione.

 

INDICE:

1. L’animo dei corrispondenti attraverso la loro scrittura

2. La spiritualità salesiana alla prova della guerra

2.1. Prese di coscienza e verifiche

2.2. Fede, speranza e carità

3. Le modalità di rielaborazione della propria identità cristiana e salesiana

4. Le forme della missione salesiana e dello zelo pastorale

4.1. Coltivare la vita di grazia

4.2. Insegnare, educare, rallegrare

4.3. Lo stile del sistema preventivo: stare tra i commilitoni con amorevolezza

5. Le virtù morali e religiose emergenti

5.1. L’esatto adempimento del dovere: testimonianza e offerta di sé

5.2. La castità e la fedeltà alla vocazione

5.3. Il dominio di sé, lo spirito di sacrificio e la temperanza

6. L’amore a don Bosco e il senso di appartenenza alla Congregazione

6.1. Attaccamento alla Congregazione

6.2. Clima di intenso affetto spirituale

6.3. Disponibilità al sacrificio di sé per la missione della Congregazione

7. Conclusioni

7.1. Un contributo al dibattito storiografico

7.2. I punti nodali dell’identità salesiana e della sua spiritualità

Periodo di riferimento: 1915 – 1918

L. Tullini, Tratti di spiritualità nelle lettere inviate a don Paolo Albera dai salesiani soldati durante la prima guerra mondiale, in La Parola e la Storia: uno sguardo Salesiano. Studi in onore del prof. Morand Wirth, a cura di Aldo Giraudo, Roma, LAS 2017, pp. 296-353.

Istituzione di riferimento:
Centro Studi Don Bosco
Centro Studi Don Bosco

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