Quest’operetta ha per oggetto il disingannare quei Cristiani Cattolici, che in questi sgraziati tempi si lasciano strascinare al protestantismo; e siccome la maggior parte di essi saranno forse pur troppo giovani sconsigliati, ed inesperti, così i questi particolarmente si fa qui il ritratto con un ragionamento al tutto semplice e famigliare.
Vi si parla poi di un Apostata novello, di chi cioè rinunziò alla Chiesa Cattolica Romana da poco tempo, perchè chi ne è vecchio protestante, per la cecità della mente, e durezza del cuore, è difficile, che conosca, e senta lo stato infelice in cui si trova.
Indice:
- Prefazione
- Conversazione I: perdita della tranquillità della mente
- Conversazione II: perdita della pace del cuore
- Conversazione III e ultima: perdita della buona riputazione
- Esempio di un apostata della città di Nizza ritornato alla Cattolica Religione, per lo zelo di S. Vincenzo de’ Paoli
Periodo di riferimento: 1850 – 1853
G. Bosco, Vita infelice di un novello apostata, Torino, Tipografia Paolo De Agostini, 1853.
Disponibile anche in: Opere edite, Roma, LAS, 1976, vol. V, pp. 181-228.
Istituzione di riferimento:
Centro Studi Don Bosco