Stefano Pivato – “Don Bosco e la “cultura popolare”” in “Don Bosco nella storia della cultura popolare”

Don Bosco, come scrittore ma soprattutto come editore, può vantare una serie di “nipotini” certamente più numerosa di quella attribuita a padre Bresciani. Per valutare correttamente il suo apostolato letterario ed editoriale e il suo influsso occorre inserirlo nel suo particolare contesto. L’autore fa una presentazione critica del ruolo del mondo cattolico italiano e dei suoi influssi nel campo economico, politico, culturale ed educativo: i modi di presenza cattolica in Italia nei primi anni dello Stato unitario e la declericalizzazione dei processi educativi. Quindi passa ad illustrare le iniziative di “cultura popolare” nella seconda metà dell’800 promosse dal movimento cattolico: la buona stampa e le biblioteche circolanti; gli interventi del pontefice; le molteplici editrici cattoliche. Don Bosco svolge un’opera anticipatrice significativa con le sue Letture Cattoliche (1853) e l’organizzazione promozionale e distributiva che mette in campo. L’autore ne presenta i moduli stilistici e contenutistici ed evidenzia la preoccupazione edificante e moraleggiante di don Bosco. Si passa poi a indagare criticamente i motivi della fortuna delle iniziative editoriali salesiane: ampliamento del mercato scolastico, la diffusione delle biblioteche popolari cattoliche. Vengono poi dedicati due paragrafi al teatrino salesiano, di carattere didascalico e pedagogico, e all’attività sportiva promossa negli oratori e nelle scuole salesiane aperta alle masse, come disciplina di gruppo con finalità prevalentemente morali e religiose.

Indice

1. I “nipotini di don Bosco” 
2. Mondo cattolico e “cultura popolare”: una ipotesi interpretativa 
3. Iniziative di “cultura popolare” nella seconda metà dell’800 
4. Don Bosco, i Salesiani e la “cultura popolare” 
5. Fortuna delle iniziative editoriali salesiane 
6. Il teatrino 
7. L’attività sportiva

Periodo di riferimento: 1815 – 1888