L’autore evidenzia i principi fondamentali a cui si ispirò don Bosco nell’uso e nell’insegnamento della lingua italiana: subordinazione dei valori umani ai valori religiosi e morali, e finalità educativa dello scrivere e del leggere. Quindi ricerca sistematica, continua, di una lingua semplice, chiara, precisa, che potesse trasmettere con immediatezza il pensiero. Don Bosco aveva una concezione della lingua sostanzialmente semplice e lineare, colla quale si potesse comunicare immediatamente. Per questo usava anche il dialetto o espressioni dialettali o l’italiano regionale quando lo riteneva necessario per farsi comprendere meglio (l’autore fa una serie di interessanti esempi tratti dagli scritti di don Bosco). Da questa preoccupazione scaturisce una lingua netta, pulita, che meritò riconoscimenti anche da parte di persone che, per varie ragioni, non erano a lui favorevoli.
Periodo di riferimento: 1844 – 1888
P. Zolli, “San Giovanni Bosco e la lingua italiana”, in Francesco Traniello (a cura di), “Don Bosco nella storia della cultura popolare”, Torino, SEI-Società editrice internazionale, 1987, 113-141.