Viviamo un momento storico che viene qualificato, e a ragione, come profondo cambio epocale. Un cambiamento che si esprime e si percepisce in una grande molteplicità di aspetti e di ambiti. Uno di questi, di grande importanza, è quello che potremmo chiamare di vera labilità polisemica dei concetti e dei termini che usiamo.
Si osserva oggi con troppa frequenza una indefinizione del significato delle parole, una mancanza di limiti concettuali, una pluralità di significati e, di conseguenza, una generalizzata confusione per cui anche quando si usa uno stesso termine, si possono intendere realtà relativamente differenti: vgr. pace, amore, matrimonio, fedeltà, mondo. E, per ciò che concerne il nostro argomento, i vocaboli: laico, laicità, laicismo, laicista, secolare, secolarità, secolarizzazione, secolarismo, secolarista. Non credo sia esagerato affermare che, nel momento culturale attuale, viviamo in una permanente equivocità di termini e soprattutto di concetti. D’altra parte, la nostra riflessione ha come orizzonte d’inchiesta le società del cosidetto ‘Occidente cristiano’, cioé, le società del primo mondo. Invece in grandi continentti e nell’ambito di altre culture non solo non esiste il fenomeno della secolarizzazione o del laicismo, bensí esistono delle vere teocrazie.
Indice
- Introduzione: Un problema di vocabolario ma non solo
- I. Chiarire e precisare i termini
- II. Alla luce della storia
- III. La laicità nel Concilio Vaticano II
- IV. Dal Vaticano II ai nostri giorni
- Conclusione
Periodo di riferimento: 1962 – 2006
A. Calero, “A 40 anni dal Concilio Vaticano II: verso una definizione della laicità nel contesto attuale”, in “Forum salesiano”, 16/01/2020, <https://sites.google.com/site/forumsalesianoitaliano/documenti/praga>. (Ultima consultazione: 14/05/2024).